Notizie Salutari ottobre 2013
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Notizie Salutari ottobre 2013

canto, coro, danno acuto polmonare, omega3


Sono ormai poche le persone che dedicano ogni tanto un po’ di tempo al cantare in coro; anche nelle scuole purtroppo, raramente lo si fa.

Eppure questa attività è benefica non solo per lo sviluppo del carattere (il cantare in coro, a differenza del cantare da solisti, è diretto non al mettere in evidenza se stessi ma al raggiungimento di un bel risultato tramite un armonico sforzo fatto tutti insieme) ma anche per la salute.

Cantare in coro infatti, come dimostrato anche recentemente in uno studio condotto dal prof. Vickhoff presso l’Università di Goeteborg – Svezia, fa aumentare l’aritmia sinusale respiratoria.

Questa aritmia è basata sul fatto che mentre si inspira il battito del cuore è leggermente più rapido, e mentre si espira è più lento, e più questa differenza è numericamente elevata, migliore è l’effetto per la salute, in particolare per il cuore.

Purtroppo anche in questo studio viene trascurato il fattore che a mio avviso, ha la maggiore importanza nell’ottenere questo benefico aumento dell’aritmia sinusale respiratoria quando si canta in coro, e cioè il rilassamento e diminuzione dello stress, e quindi anche la conseguente tranquillizzazione del respiro e attenuazione dell’iperventilazione.

Molte volte ho potuto in effetti constatare, dopo un addestramento respiratorio Buteyko, che aumentava l’aritmia sinusale respiratoria.

Danno acuto polmonare: antiossidanti e omega3 da evitare

Siamo sempre portati a pensare che certe sostanze benefiche non possano che far bene mentre, come non mi stanco di ripetere, anche le sostanze benefiche vanno prese “nella giusta misura”.

Ciò vale soprattutto quando queste sostanze vengono prese sotto forma di integratori; se infatti vengono prese nella loro forma naturale, e cioè con gli alimenti, allora è difficile prenderne troppe, ma se vengono prese sotto forma di integratori allora un eccesso è facilmente possibile e questo eccesso esercita un effetto “farmacologico” in certi casi potenzialmente dannoso, e devono quindi essere prescritte da un medico esperto in terapia ortomolecolare.

Un esempio lampante è ad esempio quello degli omega3.

Finché l’omega3 viene assunto nella forma naturale (e cioè ad es. mangiando salmone o altri pesci che contengono nel loro grasso, la sostanza dalla quale l’organismo ricava l’omega-3 nell’esigua quantità di cui ha bisogno, allora non si verificano effetti dannosi; se invece si assumono integratori con omega3, allora in certi casi queste elevate-innaturali quantità possono sì far bene ma in certi casi possono anche far male.

Così ad es. un recente studio pubblicato sul periodico dell’Accademia medica americana (ved. JAMA. 2011 Oct 12; 306(14):1574-81) ha constatato che “i pazienti con danno acuto polmonare non traggono benefici dalla supplementazione quotidiana di antiossidanti, acido gamma-linolenico e acidi grassi Omega-3 che, anzi, potrebbero essere addirittura dannosi”.

Questo risultato è stato constatato al termine dello studio Omega, un trial clinico multicentrico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, condotto in pazienti con danno acuto polmonare, nei quali era in corso una ventilazione meccanica e nutrizione enterale.

Il trial, svolto presso la Vanderbilt university school of Medicine di Nashville (Usa), ha confrontato un regime standard di nutrizione enterale con un regime che prevedeva l’aggiunta di acidi grassi polinsaturi n-3, acido gamma-linolenico e antiossidanti.

Lo studio è stato interrotto anticipatamente dopo 28 giorni, poiché il regime nutrizionale addizionato con questi integratori è risultato peggiore per tutti i parametri misurati.

I pazienti nel braccio di trattamento necessitavano infatti per un maggior numero di giorni del ventilatore (+3,2 giorni) e di cure intensive (+2,7) oltre a presentare una mortalità maggiore a 60 giorni (25,1% vs 17,6% nei controlli).

Ripresa delle scuole

Con la riapertura delle scuole il Centro Americano per il Controllo e Prevenzione delle Malattie, rivolgendosi in particolare ai genitori di bambini asmatici (e il loro numero negli Stati Uniti è particolarmente elevato) richiama, come ogni anno, l’attenzione dei genitori sull’importanza della qualità dell’aria negli edifici scolastici frequentati dai bambini.

In effetti, sia per mancanza di fondi che per una insufficiente attenzione dedicata a questo fattore, tale qualità non è soddisfacente e numerosi studi condotti sia a New York che nel Massachusets, hanno constatato l’esistenza di un chiaro collegamento tra lo stato di decadenza di determinati edifici scolastici (con conseguenti muri umidi, muffe, sporcizia e altri fattori negativi) e le percentuali di asma, allergie e altri problemi negli scolari.

In questo rapporto www.naturalnews.com/034690_schoolchildren_mold_air_quality.html#ixzz1juMJMiMK) si cita l’esempio di un bambino che durante le vacanze scolastiche era sempre pieno di energie, allegro e in salute raggiante, mentre nei periodi di frequenza della scuola soffriva permanentemente di tosse, infezioni respiratorie e altro.

Ovviamente possono esserci altri fattori coinvolti (contagi da compagni di scuola, stress e altro) ma nei casi in cui i genitori notano costantemente evidenti peggioramenti di salute, in particolare per i problemi respiratori, nei periodi in cui i figli frequentano la scuola, allora potrebbe valere la pena di accertare anche questo fattore.

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

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