Le regole base per la corretta applicazione del Metodo di respiro Buteyko sono semplici ed alla portata di chiunque. Se abitualmente e correttamente applicate, permettono di ridurre sensibilmente l’iperventilazione respiratoria ed ottenere da subito i benefici che ne conseguono.
1 – Respira dal naso tenendo la bocca chiusa
“Io sono sicuro di respirare dal naso!” – Questo è quello che ci riferiscono tutte le persone alle quali chiediamo come respirino abitualmente, ma quasi mai è così. Mentre ci dicono questo, guardandole, possiamo invece osservare che mentre parlano, respirano sempre e solo dalla bocca!
Quando viene fatto rilevare questo, la risposta è che “Beh in effetti quando parlo non me ne rendo conto, ma se me lo fa notare allora vuol dire che è vero, però sono sicuro che per tutto il resto del tempo respiro col naso“.
Osservando le stesse persone mentre fanno attività fisica, anche leggera, possiamo osservare che il loro respiro è costantemente fatto con la bocca.
Solo quando sono a riposo, rilassate, solo allora il loro è un respiro nasale. E in effetti è solo in queste circostanze che prestano attenzione al loro respiro! Il risultato è che durante la maggior parte della giornata respirano dalla bocca e non se ne rendono conto.
Noi umani siamo esseri comunicanti verbalmente. Allenarci a respirare dal naso anche quando parliamo è importante, sia per noi che per chi ci ascolta.
Se ascoltiamo e osserviamo differenti oratori, possiamo cogliere immediatamente la differenza tra coloro che respirano correttamente inalando dal naso, e coloro, la maggioranza, che invece aspirano dalla bocca.
Chi inala dal naso fa delle piccole pause, il suo respiro è quasi impercettibile ed è molto più piacevole e rilassante l’ascolto.
Chi invece aspira dalla bocca, ci investe con i suoi respiri rumorosi, deve prendere fiato più frequentemente e ci trasmette una sensazione di ansia con la sua fame d’aria.
È un ottimo esercizio che possiamo fare sia ascoltando delle conferenze, che osservando ed ascoltando gli speaker televisivi e radiofonici.
Perché devo respirare dal naso?
L’organismo umano possiede un unico organo respiratorio esterno: il naso, grazie alla sua specifica conformazione, non permette il passaggio di una eccessiva quantità di aria e di fatto riduce l’iperventilazione.
Il naso è la parte dei polmoni che possiamo toccare con le dita
I. L. Lichtenstein
Entrando dal naso l’aria atmosferica, prima di passare attraverso laringe, faringe, trachea e giungere nei bronchi e negli alveoli viene:
- filtrata e depurata dalle polveri e particelle in sospensione, che possono essere irritanti
- portata alla giusta temperatura
- portata al corretto grado di umidità
- adeguatamente sterilizzata
Anche l’espirazione deve essere eseguita attraverso il naso. L’aria in uscita arriva dai polmoni ricca di vapore acqueo. Le mucose nasali si riprendono quell’acqua e la rimettono a disposizione dell’organismo. Espirare col naso rallenta la disidratazione delle cellule.
Respirare dalla bocca è dannoso
La bocca è una parte anatomica multifunzionale. Con essa possiamo:
- mangiare
- bere
- parlare
- ridere
- soffiare
- baciare
ma non è adatta alla funzione respiratoria in quanto non possiede le caratteristiche anatomiche e funzionali proprie del naso.
La respirazione orale non garantisce attività analoghe a quelle della respirazione nasale ed è un meccanismo di emergenza, peraltro indispensabile, quando la via nasale è ostruita
S. Fiocca
Quando l’aria passa attraverso la bocca arriva nei bronchi e negli alveoli senza essere stata in nessun modo ripulita, umidificata, riscaldata e disinfettata.
Inoltre data l’ampiezza delle dimensioni degli spazi in cui transita, la quantità di aria che passa ad ogni inalazione è talmente grande che determina sicuramente una iperventilazione alveolare, con tutte le conseguenze negative che ne conseguono.
2 – Evita di respirare a fondo, velocemente e rumorosamente
Deve essere definitivamente sfatato il mito che il respiro deve essere grande, ampio e profondo, ed eseguito con la bocca.
Nessuna evidenza fisiologica, medica e scientifica confermano questa tesi, anzi l’unico effetto che questo tipo di respiro crea è una condizione di iperventilazione.
L’uomo è l’unico esemplare biologico presente sulla terra che non ha sviluppato un senso corretto di respirazione
Breyer & Gering
L’iperventilazione, eliminando troppo velocemente la CO2 organica e alveolare, inibisce il rilascio dell’ossigeno da parte dell’emoglobina e causa una condizione di ipossia cellulare, con tutte le conseguenze sulla salute che ne derivano.
Tutte le persone che evidenziano malattie più o meno gravi, respirano in maniera eccessiva.
Tutte le pratiche che prevedono cicli di iperventilazione volontaria devono essere eseguite sempre con molta cautela e mai in maniera assidua e continuativa. I danni che derivano da una abitudine iperventilatoria si manifestano abbastanza velocemente nelle forme lievi e si mantegnono indefinitamente in maniera quasi impercettibile, ma possono diventare gravi, croniche e a volte invalidanti, improvvisamente e senza preavvisi.
3 – Cerca di mantenere un respiro leggero e silenzioso
Per il mantenimento del corretto equilibrio dei gas organici (O2 e CO2) è necessario diminuire l’attività ventilatoria polmonare.
Una persona non la si dovrebbe mai, nè vedere nè sentire respirare
K. P. Buteyko
Tutti gli studi e le ricerche confermano che il respiro equilibrato consente il mantenimento dei corretti valori percentuali dei gas organici (O2 e CO2) e favorisce la migliore disponibilità di ossigeno alle cellule garantendone i loro corretti cicli vitali.
Il volume respiratorio corrente salutare è compreso tra i 350 ed i 500 cc. di aria.
Nel corso degli ultimi 80 anni il volume respiratorio dell’uomo è mediamente raddoppiato (dati rilevati dall’analisi degli esami spirometrici) senza alcuna ragione fisiologica, ma riconducibile al cambiamento delle abitudini di vita.
Questo ha portato ad un fenomeno di iperventilazione generalizzato e pandemico con l’aumento vertiginoso di malatttie respiratorie come l’asma e BPCO.
Un asmatico respira mediamente un volume di aria pari a 3 – 4 o anche 5 volte maggiore del volume corrente salutare. La riduzione di questi volumi porta alla diminuzione, fino alla sparizione, dei sintomi di asma.
4 – Evita di arrivare alla condizione di affanno respiratorio
L’affanno respiratorio è una condizione di grave criticità per il nostro organismo. Più una persona è iperventilante, maggiore sarà la velocità con cui arriva alla condizione di affanno.
Nell’affanno respiratorio i polmoni ed il cuore subiscono una condizione di stress da sovreccitazione ed affaticamento importante, con tutti i rischi che ciò comporta.
Il ritorno alla normalizzazione respiratoria e cardiaca dopo un fenomeno di affanno può durare alcuni minuti, mentre lo stress organico permane per qualche tempo.
Per queste ragioni è meglio evitare l’instaurarsi di questa condizione respiratoria, mantenendo lo sforzo nei limiti pre/affanno, o rallentando e al limite fermandosi appena se ne sente l’arrivo.
L’applicazione del Metodo Buteyko permette di allontanare di molto il momento dell’affanno durante uno sforzo, e con opportuni esercizi, permette il ritorno alla normalizzazione in poche decine di secondi evitandone l’insorgenza.
5 – Dormi coricato sul lato sinistro e mantieni la bocca chiusa durante il sonno
Ovvero come migliorare la qualità del sonno in poche mosse. Mentre dormiamo il nostro cervello è nel picco massimo della sua attività lavorativa e quindi del consumo di ossigeno.
Durante questa fase necessita di una enorme quantità di ossigeno per poter avere a disposizione tutte le calorie che gli servono per il suo funzionamento. La concentrazione media dei gas nel cervello è:
- Ossigeno 2%
- Anidride Carbonica 7%
Per poter avere a disposizione una elevata quantità di Ossigeno, nelle cellule del cervello è necessario sia presente una concentrazione di Anidride Carbonica più di 3 volte maggiore a quella dell’Ossigeno.
Dormire con la bocca aperta provoca una veloce dispersione della CO2 fisiologica, diminuendo la disponibilità di Ossigeno alle cellule cerebrali. Studi clinici stimano che l’ 85 % delle patologie pediatriche abbiano origine da una iperventilazione orale notturna dei bambini.
Dormire con la bocca aperta durante il sonno favorisce l’iperventilazione, causa disidratazione e permette l’ingresso nel cavo orale e nei bronchi, di germi, virus e batteri che trovano un ambiente adatto per la loro collocazione e proliferazione. La maggior parte delle morti per infarto e per attacco grave di asma avviene tra le 4 e le 6 del mattino, dopo qualche ora di iperventilazione notturna intensa.
Per essere sicuri di avere la bocca chiusa durante il sonno, mettersi un cerotto sulle labbra è la più facile, economica ed efficace delle soluzioni. (Consultate un istruttore per verificare la mancanza di controindicazioni)
Per migliorare la qualità del sonno, è inoltre preferibile dormire coricati sul lato sinistro, avendo l’accortezza di posizionare un cuscino abbastanza alto che permetta di mantenere la testa e le vertebre cervicali in asse con la colonna vertebrale.