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L’attività fisica e sportiva

Quando si pratica uno sport, è meglio respirare con il naso o con la bocca?

Per prima cosa, è preferibile svolgere attività fisica senza mai arrivare ad una condizione di affanno respiratorio. Quando lo sentiamo arrivare, è sufficiente rallentare un po’ o fermarsi per pochi secondi, applicare la tecnica Buteyko per recuperare velocemente, e ripartire appena il respiro si sarà normalizzato.

Poi è senza dubbio preferibile utilizzare sempre il naso sia per inspirare che espirare. L’inspirazione sarà controllata e l’aria che entra nei polmoni durante lo sforzo sarà sempre adeguatamente filtrata, riscaldata ed umidificata.

Nell’espirazione poi, utilizzare il naso ci permetterà di non dissipare vapore acqueo, così prezioso per la nostra idratazione e la funzionalità respiratoria e cellulare. Stiamo già eliminando una gran quantità di liquidi con la sudorazione, tenere la bocca chiusa è indispensabile per non aggravare la disidratazione.

È sufficiente osservare d’inverno le nuvole che si formano ad ogni espiro con la bocca, quando abbiamo il fiatone. E’ tutta acqua dispersa inutilmente! E in che quantità!

Arrivare all’affanno? No grazie!

Quando corriamo, pedaliamo o svolgiamo attività fisica, il nostro metabolismo si innalza e le richieste energetiche di molti organi aumentano.

Sotto sforzo per garantire un maggior apporto di sangue, ossigeno e nutrienti ai tessuti, la frequenza e la portata cardiaca aumentano e la ventilazione polmonare si intensifica. Se l’intensità dell’esercizio fisico aumenta del 10%, la risposta ventilatoria aumenterà del 20%.

A questo punto noi abbiamo due scelte:

  1. assecondare l’aumento ventilatorio istintivo, eliminando molto velocemente la CO2 prodotta dall’attività metabolica, arrivando ad una condizione di affanno respiratorio da cui sarà faticoso e difficile uscire;
  2. applicare i principi del Metodo Buteyko, ripristinare facilmente e molto velocemente la normale funzionalità cardiaca e respiratoria, aumentando sensibilmente la soglia di resistenza alla fatica e diminuendo lo stress cardiaco.

Se adottiamo la prima soluzione, questa diminuzione della riserva di CO2 comprometterà la capacità dell’emoglobina di rilasciare l’ossigeno in quei tessuti che lavorando così intensamente ne hanno assoluto bisogno. Il cuore faticherà a normalizzare la sua frequenza e la sua intensità di spinta e l’affanno saranno molto difficili da gestire.

Se invece adottiamo la seconda soluzione, in poche decine di secondi riusciremo a ripristinare la normale respirazione, il cuore rallenterà rapidamente la sua frequenza e la sua forza di spinta, permettendoci di ritrovare immediatamente la normalità e così poter riprendere l’attività fisica interrotta, senza alcuno scompenso.

Un’altra funzione molto importante della CO2 è infatti quella di neutralizzare parzialmente l’accumulo di lattato nel sangue grazie ai bicarbonati (che sono un elemento base del sistema tampone che regola il pH fisiologico) con una reazione chimica che libera acqua ed anidride carbonica. Questo è necessario quando l’intensità dell’esercizio induce una produzione di acido lattico superiore alla capacità di smaltimento naturale dell’organismo.

Se noi eliminiamo velocemente la CO2 con una iperventilazione intensa, questà capacità sarà drasticamente diminuita e la percezione della fatica ed i crampi saranno nostri abituali compagni.

L’applicazione dei principi del Metodo Buteyko nello svolgimento dell’attività fisica, anche intensa, ci permetteranno di:

  1. limitare o eliminare le condizioni di affanno respiratorio;
  2. diminuire la pressione e la frequenza cardiaca, anche sotto sforzo;
  3. recuperare molto velocemente e senza scompensi dopo uno sforzo intenso;
  4. allontanare la soglia della fatica rispetto alle nostre normali prestazioni;
  5. aumentare la nostra prestazione, senza alcun sforzo supplementare e con più facilità;
  6. accellerare i tempi di recupero dopo uno sforzo intenso o prolungato.

Gli atleti e l’asma

Numerosi sono gli atleti, anche ad altissimo livello, che soffrono di attacchi d’asma

Uno studio condotto da Sergio Bonini del CNR, in collaborazione con il Coni che ha analizzato i dati rilevati in occasione delle ultime olimpiadi di Pechino nel 2008, ha concluso che “l’esercizio fisico intenso e prolungato è un fattore di stress che riduce il numero di cellule immunitarie che proteggono dalle infezioni e aumenta quelle che causano allergie e asma”.

Il risultato è che ne soffre il 20 per cento dei nuotatori e dei ciclisti, il 10 per cento degli atleti che praticano sport invernali, il 50 per cento, addirittura, degli sciatori di fondo norvegesi.

Alle olimpiadi di Atlanta del 1996, l’11% degli atleti partecipanti si era riconosciuto affetto da asma.


Prevalenza di patologia asmatica negli atleti.

Casistica%Autori
Selezione australiana, Olimpiadi 19808.5Fitch KD 1984
Selezione Americana, Olimpiadi 19844.3Voy RO 1984
Sciatori di fondo54,8Larsson et al. 1993
Nuotatori americani13.4Potts J 1996
Selezione Americana, Olimpiadi 199615.3Weiler et al. 1998
Selezione Americana, Olimpiadi invernali 199821,9Weiler et al. 2000
Selezione Americana, Olimpiadi invernali 199823,0Wilber et al. 2000
Selezione australiana, Olimpiadi 200021.9Katelaris et al. 2000
Giocatori di hockey su ghiaccio22,0Lumme et al. 2003


Tra quelli noti dei nostri tempi, ne citiamo solo alcuni a titolo informativo.

Atletica:

  • Salvatore Antibo (maratona)
  • Gianni Poli (maratona)
  • Haile Gebreselassie (10.000 metri)
  • Cathy Freeman (400 metri)
  • Paula Radcliffe (maratona)

Ciclismo:

  • Mario Cipollini
  • Paolo Bettini

Nuoto:

  • Federica Pellegrini
  • Kaitlin Sandeno
  • Alain Bernard
  • Mark Spitz

Sci:

  • Giorgio di Centa

Calcio:

  • David Beckham

Tennis:

  • Filippo Volandri


Naturalmente con questo, non vogliamo assolutamente criminalizzare l’attività sportiva, nè tantomeno ergere ad esempio chi, pur soffrendo di asma la pratica ad altissimo livello utilizzando abitualmente farmaci per attenuarla, ma semplicemente indurre una riflessione su quanto poco ci si soffermi sulle corrette modalità respiratorie da adottare durante l’attività sportiva per evitarne la sua manifestazione.

Evitare gli attacchi di asma è possibile! E’ facile! E migliorano anche le prestazioni!

ilbuonrespiro

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