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I 6 miti sul respiro e l’iperossigenazione

Molte delle nostre convinzioni sul respiro e sull’ossigenazione delle cellule si basano su credenze molto diffuse ma che non hanno alcuna corrispondenza scientifica. In questo articolo smontiamo 6 miti sul respiro e l’iperossigenazione.

Spesso si basano su sperimentazioni e pratiche che nulla hanno a che fare con lo studio della fisiologia del respiro e nel rispetto dei suoi principi di funzionamento. Sono diffuse e difese da molti operatori professionisti quali allenatori sportivi, personal trainer, operatori del benessere, ecc.

Si basano sull’osservazione delle reazioni immediate che queste pratiche inducono, senza tenere in alcun conto le conseguenze nel medio e lungo periodo su tutti i livelli vitali: respiratorio, circolatorio, ormonale, linfatico, psichico ed emozionale.

Vediamo insieme quali sono questi 6 miti sul respiro e l’iperossigenazione e perché sono falsi.

1 – “La respirazione è regolata dalla necessità di ossigeno”

FALSO: in condizioni normali la respirazione è regolata in base alla concentrazione di anidride carbonica (CO2) negli alveoli e nel sangue.

Se consultate un testo di medicina e/o fisiologia e cercate la descrizione del centro di controllo della respirazione, troverete scritto che in condizioni normali, la respirazione è regolata in base alla concentrazione di anidride carbonica (CO2) negli alveoli e nel sangue.

Qualunque sia il tipo di attività che svolgiamo (sedersi, camminare, mangiare, correre, dormire, ecc), e il conseguente livello di attività metabolica, la concentrazione di anidride carbonica nel nostro corpo è mantenuta all’interno di un intervallo ristretto (variazioni dello 0,1%) da parte del centro respiratorio situato nel tronco del cervello e specificamente nel midollo allungato (medulla oblungata).

A meno di una condizione di grave ipossia nel sangue arterioso (evento abbastanza raro), la necessità ventilatoria è dettata dall’eccessiva concentrazione di anidride carbonica rispetto ai valori tollerati abitualmente.

La quantità di ossigeno che possiamo avere a disposizione nell’aria che respiriamo è normalmente 10 volte maggiore, mentre la quantità di anidride carbonica è 200 volte minore!

Questo vuol dire che l’anidride carbonica è un gas prezioso e fondamentale per una corretta respirazione.

2 – “L’Anidride Carbonica è un gas velenoso e tossico”

FALSO: l’ipocapnia (o carenza di anidride carbonica) provoca una minore circolazione del sangue ed un ridotto apporto di ossigeno al cervello, al cuore e tutti gli altri organi vitali.

L’anidride carbonica non è un prodotto di scarto da eliminare il più velocemente possibile. Quando una persona sana cerca di iperventilare o è costretta a respirare profondamente e velocemente, sperimenta la condizione di “ipocapnia” (carenza di CO2) nel sangue e negli altri fluidi, nei tessuti e nelle cellule.

Gli effetti immediati sono la costrizione dei vasi sanguigni (la CO2 è un potente vasodilatatore), una minore circolazione del sangue ed un ridotto apporto di ossigeno al cervello, al cuore e tutti gli altri organi vitali. Questo è il motivo per cui è così facile svenire dopo 2-3 minuti di iperventilazione forzata.

Un’altra conseguenza della carenza di CO2 è data dall’effetto Werigo-Bohr, cioè una diminuzione del rilascio di ossigeno da parte dell’emoglobina del sangue nei tessuti, a causa della ipocapnia stessa.

Oltre a questi fenomeni, ci sono molte altre funzioni vitali della CO2 nel corpo umano. Inoltre, la cronica carenza di ossigenazione delle cellule nei tessuti è sufficiente per indurre il generarsi di malattie come cancro, malattie cardiache, diabete e molte altre.

3 – “Si capisce che una persona è sana quando il suo respiro si sente e si vede”

FALSO: I valori medici che fissano una respirazione normale sono molto bassi: 6 L/min e 12 atti/min, con 500 ml di aria per ogni singola ventilazione.

La maggior parte delle persone respira circa 700 ml di aria ad ogni atto, e la frequenza dei loro atti è molto maggiore di 12 al minuto. Sono, a loro insaputa, respiratori profondi (iperventilatori).

E non necessariamente sono persone che manifestano evidenti malattie o patologie. Anzi molto spesso godono apparentemente di buona salute.

Se alle persone con una normale respirazione viene chiesto come sentono il loro respiro, diranno che non sentono nulla (come se fossero senza respirazione).
In realtà la loro percezione del respiro è alterata dalla loro consolidata abitudine iperventilatoria che ritengono, erroneamente, come normale.

L’uomo perfetto respira come se non respira

Lao-Tzu, 4° secolo AC circa

Infatti, se avete una persona sana e con una corretta ventilazione vicino a voi, e osservare il suo respiro per 20-30 secondi, non riuscirete a vedere e sentire niente. I valori medici che fissano una respirazione normale sono molto bassi. Solo 6 L/min e solo 12 atti/min, con 500 ml di aria per ogni singola ventilazione.

4 – “Il mio respiro è OK e io sò come devo respirare”

FALSO: meno del 10% delle persone hanno parametri di respirazione nella norma e livelli di ossigenazione ottimali del corpo.

Da 24 studi medici e fisiologici delle vie respiratorie fatti su soggetti normali negli ultimi 80 anni, risulta una condizione di iperventilazione in oltre il 90 % delle persone studiate.

È un dato di fatto che quelli che erano i valori fissati dalla medicina circa un secolo fa, non sono più attuali. L’uomo moderno normalmente respira volumi di aria circa 2 volte maggiori di quanto respirasse 100 anni fa. 

La conseguenza di ciò è la presenza di una condizione diffusa di iperventilazione in ipossia tissutale e molte altre anomalie biochimiche. Il respiro si può considerare normale, esclusivamente se è in condizione di garantire una normale ossigenazione delle cellule del corpo.

5 -“Più la respirazione è grande, migliore sarà l’ossigenazione delle cellule”

FALSO: durante la normale respirazione leggera l’ossigenazione del sangue arterioso è di circa 98-99%, respirare più aria possibile non ci permette di avere più ossigeno nel sangue (effetto Werigo-Bohr).

Si noti che la normale respirazione è invisibile ed impercettibile. È così leggera che la maggior parte delle persone non la percepisce.

Se si respira in modo profondo e veloce, non si riuscirà ad ottenere un sangue ossigenato meglio di quanto non sia possibile ottenere con una normale e ridotta ventilazione, tenuto conto anche del fatto che l’ossigeno puro è tossico per il tessuto polmonare. Non esiste alcuna prova scientifica su questo mito della respirazione profonda.

Centinaia di studi pubblicati hanno invece dimostrato chiaramente che l’iperventilazione (una respirazione maggiore rispetto alla norma medica) RIDUCE l’apporto di ossigeno al cervello, cuore, fegato, reni, e tutti gli altri organi vitali a causa di una eccessiva perdita di CO2.

Tuttavia nei giornali, in TV, alla radio, nelle palestre e in situazioni di vita quotidiana, le persone che hanno scarsa conoscenza della fisiologia continuano a ripetere questi miti sul respiro: “Fai un respiro profondo, così puoi avere più ossigeno”, “Respira di più per avere una migliore ossigenazione”, ecc.

6 – “Respirare bene ed in profondità ci ossigena, ci purifica e garantisce salute ed energia al nostro corpo”

FALSO: la prevalenza di iperventilazione a riposo nelle persone colpite da una forma di malattia è confermata, nel 100% dei casi, da più di 40 studi pubblicati in occidente sulle malattie cardiache, cancro, asma, BPCO, diabete, fibrosi cistica, epilessia, attacchi di panico, affaticamento cronico, e molte altre condizioni.

Questi pazienti malati respirano circa 2, 3, 4 e anche 5 volte di più rispetto alla norma, e di solito non si lamentano o addirittura non si rendono conto che il loro respiro è pesante o troppo profondo.

Perché? Questo perché l’aria è leggera ed i principali muscoli respiratori (diaframma e muscoli del torace) sono molto potenti: possiamo pompare una quantità di aria 25 volte maggiore durante lo sforzo massimo (circa 150 litri di aria in un minuto), di quanto non ci sia richiesto per la normale respirazione a riposo (solo circa 6 l/min).

Le persone possono rendersi conto che il loro respiro è pesante, solo durante gli attacchi di cuore, ictus, attacchi di asma, o in fase di iperventilazione notturna (normalmente tra 4 e 7 del mattino).

Superare i miti sul respiro

Il Metodo Buteyko è un insieme di esercizi, attivi e di controllo, che permettono di comprendere attraverso la nostra esperienza diretta ed in tempo reale, la differenza tra la respirazione “normale e istintiva” così come la pratichiamo quotidianamente (quasi sempre iperventilatoria), e la respirazione “corretta” secondo le norme della fisiologia e delle nostre condizioni personali di salute.

Dopo aver visto perché questi 6 miti sul respiro sono falsi, scopri come imparare facilmente il Metodo Buteyko e applicare la corretta respirazione fisiologica.

ilbuonrespiro

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