allergie, autismo, riflusso gastroesofageo, osteopatia, neuroni specchio, vitamina B12
I bambini residenti in citta’ sono piu’ soggetti a contrarre allergie di quelli che vivono in campagna.
E’ la conclusione a cui è giunto uno studio condotto da medici della Northwestern University di Chicago guidati dal pediatra Ruchi Gupta, che sarà pubblicato in luglio sulla rivista medica “Clinical Pediatrics”.
Dalle ricerche condotte su ben 40.000 minorenni americani è risultato che il 9,8% dei bambini abitanti in città reagisce in modo allergico a determinati cibi, mentre la percentuale scende al 6,2% per quelli che vivono in campagna.
“Abbiamo dimostrato per la prima volta che un’elevata densità di popolazione (e quindi in genere un’aria più inquinata da macchine ed altro) è collegata ad una maggiore probabilità’ per i bambini di contrarre un’allergia alimentare”, afferma il professor Gupta.
In effetti il collegamento tra il contenuto di sostanze inquinanti/irritanti nell’aria e le allergie respiratorie è abbastanza intuitivo ma questo studio dimostra che la qualità dell’aria che si respira ha un effetto molto più generale sull’organismo, e pregiudica il buon funzionamento del sistema immunitario provocando anche un aumento di reazioni allergiche a vari alimenti.
L’influenza esercitata dall’aria che si respira sul buon funzionamento dell’organismo in generale è poi dimostrata anche da una recente ricerca pubblicata negli USA dal Dr. Volk sulla rivista Environmental Health Perspectives in cui si constata che la frequenza dell’autismo nei bambini nati da madri che vivono vicino ad autostrade con traffico elevato a Los Angeles, San Francisco e Sacramento, è doppia rispetto alla media (detratti altri fattori come sesso, gruppo etnico e altro).
Si tratta di nuove conferme (anche se in realtà non ve ne sarebbe bisogno) del sempre più rilevante effetto dannoso sulla salute prodotto dal livello ormai allarmante delle sostanze tossiche contenute nel nostro ambiente. Come osservo (scherzando ma non troppo!) quando insegno a respirare bene con il metodo Buteyko: “evitando di respirare una quantità d’aria maggiore del volume ottimale si evita anche di introdurre nell’organismo, con l’aria ormai quasi ovunque inquinata, una quantità di veleni maggiore di quanto necessario”.
Al giorno d’oggi non è tuttavia sufficiente respirare bene/di meno per evitare i danni provenienti dalle tossine presenti nell’ambiente.
Occorrono ormai ulteriori misure e terapie chelanti, per prevenire e migliorare le conseguenze dannose per la salute provenienti da queste tossine alle quali, anche adottando ogni possibile precauzione, (cibi biologici ecc.) è impossibile sottrarsi.
Riflusso gastroesofageo-ernia iatale ed osteopatia
Nel Notiziario di maggio avevo ricordato come il riflusso gastroesofageo provochi non raramente dei sintomi a volte confusi con quelli dell’asma, e avevo menzionato il possibile collegamento di questo reflusso con l’ernia iatale e altri problemi meccanici.
Riporto sull’argomento quanto scrive l’istruttore Buteyko Massimo Valente, che è anche un bravissimo osteopata.
“ L’ernia iatale e il reflusso gastroesofageo, dal mio punto di vista di osteopata, sono strettamente dipendenti dalla mobilità del diaframma.
Sappiamo bene come la mobilità ridotta del diaframma provochi un aumento di frequenza respiratoria con prevalente utilizzo del torace, e quindi una maggiore dispersione di andride carbonica, con tutte le conseguenze che il Metodo Buteyko spiega.
La mobilità del diaframma a sua volta, è condizionata da un quantità considerevole di difficoltà che possono essere imputate alla mobilità degli organi sotto diaframmatici.
Una cicatrice addominale, un problema di stitichezza importante o un problema ginecologico, impediscono al diaframma di muoversi secondo le sue potenzialità.
L’osteopata, intervenendo sull’organo in disfunzione che ha perso la sua mobilità, e quindi ripristinando la mobilità dell’organo, dà la possibilità al diaframma di muoversi per tutto il suo decorso.
L’ernia iatale e/o il reflusso gastroesofageo sono sempre la conseguenza di una disfunzione osteopatica in addome”
L’imitazione (anche nel modo di respirare): i neuroni specchio
E’ da tempo noto che determinati circuiti nel cervello, i cosiddetti “neuroni specchio”, reagiscono con l’imitazione ai movimenti e sensazioni delle persone che ci sono di fronte e che osserviamo, facendo sorgere nel nostro cervello dei modelli di attività simili a quelli direttamente osservati.
Da uno studio pubblicato recentemente dalla ricercatrice britannica Corinne Jola della University of Surrey (PLoS ONE, 263.2012 – NPO) si deduce che questa reazione avviene anche di fronte a movimenti complessi, come quelli di una danza indiana. Anche se gli spettatori siedono tranquilli sulla loro sedia e si limitano a guardare la danza, a quanto accertato dalla prof. Jola in questo studio su 32 persone, nei muscoli e nel sistema nervoso degli spettatori si verifica a quanto pare la stessa attività elettrica che si svolge nei ballerini.
Questa constatazione conferma l’importanza di una raccomandazione che faccio spesso quando insegno il Metodo Buteyko: dobbiamo imparare a respirare in modo ottimale non solo per fare del bene alla nostra salute, ma anche per il bene delle persone che ci sono care e con le quali passiamo diverso tempo.
I figli, coniugi, colleghi e amici imitano infatti inconsciamente il nostro modo di respirare.
Ciò è importante in particolare per gli insegnanti che se parlano e respirano in modo affrettato e scorretto, tutti gli alunni, che passano ore ad ascoltarli, sono portati ad imitarli e a respirare male anche loro, con la bocca aperta e iperventilando.
Mancanza di vitamina B12 e CO2
In uno studio pubblicato il 23/6/2011 sul Journal of Breath Research si osserva che dei ricercatori presso l’Università della Florida, hanno sviluppato un nuovo modo, semplice e a basso costo, per misurare tramite il respiro, i livelli di vitamina B12 in una persona. Le persone carenti di vitamina B12 producono minori quantità di CO2.
A quanto pare, le persone carenti di B12 non riescono a metabolizzare bene una sostanza-conservante che è spesso contenuta in vari alimenti e che, quando viene somministrata prima del test, viene metabolizzata in CO2 purché sia presente abbastanza vit. B12, Se questa manca, allora nel respiro esalato viene misurata una quantità di CO2 inferiore a quella che si dovrebbe normalmente formare a seguito della somministrazione della sostanza in questione. Sull’argomento, e in particolare sul nesso tra vit. B12 e CO2 vi sarebbe ancora molto da ricercare e osservare, ma per ora mi limito a riferire che in effetti osservo in numerosi miei pazienti asmatici (e quindi carenti di CO2) anche una carenza di vitamina B12.
In particolare l’alimentazione del tutto vegetariana, che pure presenta numerosi aspetti positivi per la salute, e che era stata ritenuta preferibile anche da Butyeko fin dal 1960, quando nessuno ancora parlava di questi argomenti, ora di moda, rischia di provocare delle carenza di questa vitamina, essenziale per la salute.
In particolare, le condizioni di coltivazione al giorno d’oggi fanno sì che nel terreno non siano più presenti i microorganismi necessari affinché questa vitamina si formi nelle piante coltivate in questo terreno e quindi, in particolare per i bambini in crescita o per i vegetariani, potrebbe essere utile assumere integratori di vit. B12 nella forma adeguata e nel giusto rapporto con le altre vitamine del gruppo B.
Avviso importante:
Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.