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Le cause dell’iperventilazione

Una domanda sorge a questo punto spontanea: “Se la ragione di molte malattie è l’eccesso di respirazione, questo eccesso di respirazione da cosa è causato?” Quindi, quali sono le cause dell’iperventilazione e perché iperventiliamo?

Sicuramente l’iperventilazione respiratoria è indotta dal drastico cambiamento dello stile di vita dell’uomo avvenuto nel corso degli ultimi secoli, e in misura drasticamente accentuata negli ultimi decenni. 

La maggiore quantità di cibo a disposizione, la scarsa attività fisica necessaria alla sua produzione e l’eccesso di cibo raffinato sottoposto a lavorazioni industriali hanno modificato il nostro metabolismo. 

La ventilazione, prima perfettamente tarata per garantire il corretto scambio gassoso negli alveoli, ora con un metabolismo rallentato e quindi una minor produzione fisiologica di CO2, risulta eccessiva e deve essere ridotta.

Perchè siamo convinti che l’iperventilazione è utile?

Secondo il dott. Buteyko una delle cause dell’iperventilazione, che provoca un eccesso determinante di respirazione, è la propaganda martellante sull’utilità della respirazione profonda.

Si insegna alle persone a respirare profondamente già prima della nascita, quando la madre frequenta sessioni di ginnastica e di preparazione al parto, in cui viene invitata a respirare e ventilare a fondo.

Se consideriamo che il liquido amniotico, dove il bambino si sviluppa, deve presentare una concentrazione di CO2 del 8%, quindi maggiore di quella fisiologica salutare della madre, pari al 6,5%, possiamo facilmente dedurre quanto sia pericoloso per il corretto sviluppo fetale una madre che pratica costantemente una respirazione iperventilatoria!

Dopo la nascita poi, anche il neonato è indotto a respirare profondamente, alzando ed abbassando i suoi braccini per aumentare il volume dei polmoni.
E si continua all’asilo infantile, a scuola, durante le lezioni di ginnastica, di attività sportiva, ecc.

Le pratiche iperventilanti

Respira a fondo! Vedrai che bene ti fa stare!

Dovremmo tenere sempre a mente i consigli che ci davano le nostre nonne quando ci vedevano respirare a bocca aperta: “Chiudi quella bocca che ti entrano le mosche!”.
Allo stesso modo, sempre le nonne, chiudevano la bocca ai nipotini che nella culla dormivano con la bocca aperta!

Questi suggerimenti e comportamenti li ho ritrovati identici nelle testimonianze delle persone che ho incontrato in ogni città d’Italia che ho visitato, dall’Alto Adige alla Sicilia!

I loro consigli purtroppo sono stati dimenticati delle nostre madri e non più trasmessi.

Nel frattempo sono nate e diffuse innumerevoli pratiche cosiddette “salutari” molto di moda negli ultimi decenni, che esaltano le proprietà terapeutiche dell’iperventilazione, senza nessuna attenzione alla differenza tra respirazione nasale e orale..

Non considerano invece, per una grave mancanza di conoscenza dei principi del funzionamento della fisiologia umana, tutti i rischi certi che l’iperventilazione, anche temporanea, provoca negli organismi umani. La cosa preoccupante è che e a volte sono consigliate e fatte praticare anche da medici e terapeuti professionisti, per non parlare dei trainer sportivi, che invece dovrebbero essere ben informati su questi rischi.

Attenzione, non stiamo dicendo che queste pratiche sono inutili, ma solo che andrebbero fatte eseguire con una maggiore consapevolezza dei danni che inducono se fatte eseguire senza alcuna precauzione e compensazione respiratoria, soprattutto se svolte assiduamente e prolungate nel tempo, come purtroppo spesso avviene.

Durante gli esercizi di meditazione, correttamente viene suggerito agli allievi di respirare lentamente e di diminuire il numero dei respiri al minuto. Salvo poi, a conclusione della sessione, invitarli a fare dei bei respiri profondi per “liberare l’energia”.

Il risultato è che grazie alla riduzione del respiro durante la meditazione il livello di CO2 è lentamente risalito, per poi tornare ai livelli abituali con quelle poche ventilazioni profonde finali. Un lavoro bello e utile, completamente annullato!

Anche gli esercizi di Yoga, insegnati da istruttori non abbastanza esperti, insistono eccessivamente sulla necessità di riempire e svuotare al massimo i polmoni senza mettere in evidenza anche altri fattori, della massima importanza nella tradizione Yoga autentica, come la necessaria lentezza del ritmo respiratorio.

Queste pratiche, che sicuramente erano efficaci fino ad uno o due secoli fa, ora con il drastico cambiamento dello stile di vita dell’uomo avvenuto nel frattempo, hanno bisogno di un aggiornamento ed adattamento.

Alcuni maestri dello Yoga contemporaneo hanno capito questo ed hanno correttamente modificato le pratiche che insegnano ai loro allievi diminuendo o eliminando gli esercizi respiratori iperventilanti.

Altre cause dell’iperventilazione

Elenchiamo alcune cause che inducono a indurre l’iperventilazione. Il filo conduttore centrale e determinante sono sicuramente le abitudini indotte dallo stile di vita contemporaneo, che influiscono direttamente sulle nostre funzioni vitali, quindi sull’attività metabolica e di riflesso sulla funzionalità respiratoria.

L’alimentazione

Una corretta ed equilibrata alimentazione è un elemento fondamentale per la vita e quindi per una sana ed efficace respirazione

Tra le circostanze che fanno aumentare l’intensità del respiro, vi è sicuramente una alimentazione non equilibrata, spesso eccessiva ed in particolare troppo ricca di proteine animali.
I prodotti di origine animale fanno aumentare la respirazione più di quelli vegetali, ed i cibi cotti più di quelli crudi.

Cosí come l’uso abituale di alimenti eccessivamente raffinati e che hanno subito processi di lavorazione industriale. In questi passaggi e trattamenti vengono privati di fibre ed elementi minerali che in natura invece sono presenti. Fibre ed elementi che sono facilmente assimilabili durante i processi digestivi e che sono indispensabili per la loro corretta funzionalità.

É buona pratica che almeno il 50 % dell’alimentazione giornaliera sia costituita da verdura e frutta fresca, anche sotto forma di centrifugati o frullati (fatti in casa e consumati al momento).

Anche l’uso ed abuso di alcool (pratica abituale e di socializzazione) induce fenomeni di iperventilazione.

La mancanza di attività fisica

Un altro fattore che induce un aumento della respirazione è la mancanza di movimento e la mancanza di attività fisica abituale

L’attività fisica favorisce la formazione e il rilascio di CO2 dalle cellule, aumentando la sua disponibilità nell’organismo. Questo è il motivo per cui le persone che svolgono lavori in cui mettono in atto una corretta attività fisica, con attenzione ad un corretto respiro, vivono in genere più a lungo e più sane.

Le abitudini di vita contemporanee dove la maggior parte della giornata viene passata seduti ad una scrivania e gli spostamenti vengono effettuati esclusivamente con mezzi meccanici, inibiscono l’attività metabolica e quindi la produzione endogena di CO2 necessaria a ripristinare quella eliminata con la ventilazione.

Attenzione al tipo di attività fisica che viene praticata, perchè se è svolta in modo troppo intenso e senza il necessario e corretto addestramento respiratorio, induce un aumento del respiro con conseguente iperventilazione. 

Non è così infrequente il caso di atleti professionisti, anche ad altissimo livello internazionale, che a causa della loro intensa attività fisica e del loro errato modello respiratorio, sono affetti da attacchi di asma e devono costantemente assumere farmaci per il suo controllo, con conseguente diminuzione delle prestazioni e della loro vita atletica ad alti livelli.

Da non sottovalutare poi gli effetti diretti che provoca una costante iperventilazione sulla attività cardiaca. La costante carenza di CO2, diminuendo la capacità ossigenatoria dell’emoglobina, costringe il cuore a lavorare su livelli più alti di frequenza e pressione con affaticamento cardiaco, spesso non percepito grazie all’allenamento costante, ma che a lungo andare può causare problemi anche seri.

Il modo di riposare

L’iperventilazione è una costante anche mentre dormiamo. Molto spesso la nostra bocca rimane aperta senza che ce ne rendiamo conto.

Questo avviene soprattutto se si resta sdraiati sulla schiena mentre si dorme. Questa posizione induce a mantenere costantemente la bocca aperta durante il sonno.

Lo svegliarsi con la bocca secca, o il doversi alzare durante la notte per bere, é sintomo certo che dormiamo con la bocca aperta ed iperventiliamo.

E’ necessario effettuare un’ora di esercizi Buteyko con il respiro leggero, per recuperare la CO2 persa in soli 10 minuti di iperventilazione. E’ evidente che dormire 6/8 ore con la bocca aperta vanifica tutto il nostro impegno a non iperventilare durante il giorno.

Utilissimo in questi casi può essere, oltre che dormire sdraiati sul lato sinistro, anche l’aiutarsi a mantenere la bocca chiusa con un cerotto leggero (si raccomanda di consultare un istruttore del Metodo Buteyko prima di cominciarne l’applicazione, per essere sicuri di non far parte di quei casi in cui invece è sconsigliato).

La maggior parte degli attacchi di asma, infarti, paralisi e decessi accadono infatti verso la fine del sonno, tra le 4 e le 6 del mattino, dopo una intensa attività iperventilante notturna.

Le emozioni

Altre cause dell’iperventilazione, influenzando l’aumento della respirazione, sono i processi emozionali troppo intensi (positivi o negativi).

Tutti noi siamo portati (perché cosí ci é sempre stato suggerito di agire) a fare dei grossi e profondi respiri prima di affrontare una situazione impegnativa dal punto di vista emozionale, come puó essere un esame scolastico, un incontro di lavoro o affrontare delle problematiche relazionali.

Se invece di respirare a fondo, tratteniamo il respiro per alcuni secondi (senza arrivare al nostro massimo e provare poi affanno) e riusciamo poi facilmente a riprendere il nostro normale ritmo respiratorio, sperimenteremo che quella situazione normalmente cosí ostica per noi, la possiamo affrontare e gestire con molta piú facilitá!

Anche lo stress, il fumo e la permanenza in ambienti troppo caldi e non aerati inducono l’iperventilazione.

Al contrario la calma e il freddo, in genere favoriscono la diminuzione della respirazione.

ilbuonrespiro

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