sport, postura, acqua, bere troppo
Come messo in rilievo in tutti i consigli per il benessere, per evitare i danni di una vita sempre più sedentaria, è necessario muoversi, e sono ben noti gli effetti benefici prodotti dalle attività sportive e allenamenti in palestra.
Tuttavia lo sport, se non effettuato “bene”, sia dal punto di vista del modo di respirare e sia da quello della postura e modalità motorie, rischia di fare più male che bene.
Siamo in effetti di fronte a una delle tante conferme che l’organismo umano è un “tutto unico” in cui tutto è connesso.
E infatti, se si guarda al nesso tra attività sportiva/respirazione/postura, si nota come questi tre fattori esercitino un notevole effetto reciproco l’uno sull’altro.
Nesso tra respiro e stabilità posturale
In relazione ai nessi sopramenzionati, segnalo questo studio interessante, effettuato in Russia e pubblicato su Fiziol Cheloveka. 2014 Jan-Feb;40(1):90-5.; Malakhov MV, Makarenkova EA, Mel’nikov AA, Vikulov AD., con il titolo “Assessment of influence of breath holding and hyperventilation on human postural stability…” (Valutazione dell’effetto del trattenimento del respiro e dell’iperventilazione sulla stabilità posturale umana)
In questo studio è stato valutato, con varie strumentazioni, su 107 volontari in buona salute posti su una pedana oscillante, l’effetto sulla stabilità posturale prodotto dal trattenimento del respiro da una parte e da una iperventilazione volontaria dall’altra.
I risultati sono stati che durante il trattenimento del respiro e il respiro lento/tranquillo non sono stati riscontrati cambiamenti nella stabilità posturale, mentre durante l’iperventilazione (aumento della frequenza e ampiezza del respiro) è stata invece constatata una diminuzione della stabilità posturale, e si ipotizza nello studio che questa diminuzione sia causata dall’aumento dell’eccitabilità delle fibre nervose durante l’iperventilazione.
Come vedete, si tratta di un’ennesima conferma quanto all’importanza del collegamento tra postura e modo di respirare!
Importanza del bere la giusta quantità d’acqua
Il caldo di questo periodo, che fa aumentare molto la sudorazione fa aumentare anche il nostro fabbisogno di acqua, ma non poche persone (in particolare anziani ma non solo) non percepiscono lo stimolo della sete e rischiano danni da disidratazione.
La perdita d’acqua dell’organismo è poi ulteriormente accentuata quando si iperventila e quindi, oltre alla CO2, si perde con ogni respiro anche un po’ di acqua (la presenza dell’acqua nell’aria espirata è in genere invisibile, ma quando ci troviamo fuori in una temperatura molto fredda il vapore acqueo contenuto nell’aria espirata si solidifica e diventa visibile.)
Per approfondire l’argomento è utile la lettura del libro “Il tuo corpo implora acqua” di F. Batmanghelidj (ved. https://www.macrolibrarsi.it ).
D’altra parte anche in questo campo occorre trovare la giusta misura e la tendenza a bere troppa acqua (anche se meno frequente rispetto a quella del berne troppo poca) è anch’essa non sana.
Sembra proprio che nell’uomo “moderno”, oltre all’istinto relativo al mangiare la giusta quantità di cibo, e il riflesso automatico che dovrebbe portare a respirare la giusta quantità di aria, si stia perdendo anche l’istinto che porta a bere la giusta quantità di acqua.
I danni prodotti dal bere troppo poco sono stati oggetto di numerosi studi medici; più rari sono invece quelli dedicati al “bere troppo” (e questo “troppo” è ovviamente riferito solo al bere troppa acqua, poiché per le bevande alcoliche gli effetti molto dannosi degli eccessi sono stati studiati e provati in moltissimi studi!)
Segnalo pertanto sull’argomento del bere troppa acqua questo studio: Proceedings of the National Academy of Sciences, 2016 Pascal Saker, Michael Farrell, Gary Egan, Michael McKinley, and Derek Denton. Overdrinking, swallowing inhibition, and regional brain responses prior to swallowing. (Bere in eccesso, inibizione della deglutizione e risposte cerebrali localizzate che precedono la deglutizione)
In questo studio condotto dal Professore Michael Farrell del Monash University Department of Medical Imaging and Radiation Sciences of the Monash Biomedicine Discovery Institute, in collaborazione con l’Università di Melbourne, il Florey Institute of Neuroscience and Mental Health, e il Baker IDI and Diabetes Heart Institutes è emerso che sarebbe erroneo forzarsi a bere ad ogni costo circa 8 bicchieri d’acqua al giorno. E’ stato messo in evidenza un nuovo riflesso che, data la non sempre ottimale percezione della sete, ci aiuterebbe a capire quando stiamo bevendo troppo.
Ai partecipanti allo studio è stato chiesto, dopo che avevano effettuato un’attività sportiva intensa, di bere una notevole quantità di acqua, cosa che i partecipanti hanno fatto, percependo peraltro a un certo punto, un notevole sforzo nel continuare a bere/deglutire.
I ricercatori sostengono pertanto come lo studio abbia per la prima volta dimostrato l’esistenza di un meccanismo che regola la quantità di liquidi bevuti e che ci impedisce di bere in eccesso e come il nostro cervello ci avvisi, tramite una “inibizione della deglutizione”, quando si beve in eccesso.
Sempre in questo studio, tramite risonanza magnetica, è stato osservato come un’area del cervello si attivava quando i partecipanti allo studio continuavano a bere con sforzo, facendo sì che la corteccia cerebrale intervenisse per cercare di impedire la deglutizione.
Il Prof. Farrell osserva che uno dei danni prodotti dal bere troppo consiste nella conseguente eccessiva diminuzione del livellio di sodio nel sangue, e cita casi di atleti ai quali era stato consigliato di riempirsi d’acqua, morti dopo la gara per aver seguito questa raccomandazione.
La raccomandazione finale del Dr. Farrell per evitare di bere in eccesso è pertanto quella di cercare di osservare e cercare di percepire la maggiore “difficoltà di deglutizione” che il nostro cervello mette in atto quando è ora di smettere di bere.
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