Notizie Salutari novembre 2015
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Notizie Salutari novembre 2015

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In vari passati numeri di questo Notiziario ho accennato al nesso che vi è tra il nostro modo di repirare e le sostanze tossiche (metalli ed altre) con cui siamo alle prese nel nostro ambiente inquinato.

Può risultare utile il test con l’apparecchio Oligoscan, tramite la procedura scientificamente validata della spettrofotometria, riesce ad identificare sia le quantità dei metalli tossici che quelle di metalli e altri elementi indispensabili, presenti non nel sangue, nell’urina o nei capelli, ma accumulati nei tessuti.

Le abitudini al fumo di padri (e nonni) anche prima del concepimento, fanno aumentare il rischio di asma nei figli e nipoti che nasceranno.

Le conseguenze dannose per la salute dell’abitudine al fumo sono a quanto pare ancora peggiori di quanto si ritenesse.

Infatti il fumare danneggia non solo la salute dei fumatori stessi, e a causa del fumo passivo anche delle persone che si trovano negli ambienti chiusi in cui vi sono dei fumatori ma, a quanto sembra emergere da alcuni recenti studi anche la salute dei discendenti (figli e nipoti) di persone che, pur in passato, prima ancora della nascita di figli e nipoti, hanno fumato per anni.

Mentre è ben noto che una madre, durante la gravidanza (e preferibilmente anche nel periodo precedente una gravidanza pianificata) deve sforzarsi di non fumare (e per fortuna l’istinto materno fa sì che anche le fumatrici più accanite in genere ci riescano), i padri invece pur evitando di fumare in presenza in casa di un neonato-bambino o di una moglie/figlia/nuora incinta, in genere non si preoccupano di non fumare nel periodo precedente il concepimento.

Hanno pertanto sollevato un certo stupore i risultati di uno studio, presentato all’ultimo congresso della European Respiratory Society a Monaco di Baviera, che ha per la prima volta messo in luce come l’abitudine al fumo dei padri possa, anche nei casi in cui abbiano smesso di fumare ben prima del concepimento, influire negativamente sulla salute respiratoria dei futuri figli facendo in particolare aumentare il loro rischio di diventare asmatici.

Per questo studio, condotto dalla D.ssa Cecile Svanes presso l’Università di Bergen in Norvegia, i ricercatori hanno esaminato il numero di anni durante i quali i padri avevano fumato prima del concepimento, e hanno riscontrato una proporzione più elevata di casi di asma nei figli nati anche anni dopo che i padri avevano smesso di fumare.

L’incidenza dell’asma è risultata correlata al numero di anni durante i quali il genitore aveva fumato, e ancora più elevata nei figli di padri che avevano iniziato a fumare prima di aver compiuto 15 anni.

Quanto alle nonne: uno studio condotto in Svezia su 44.863 partecipanti, ha esaminato la frequenza dell’asma nei nipoti (non nei figli) di nonne che avevano fumato nei periodi in cui erano incinte, e hanno riscontrato che nei nipoti di queste nonne la presenza di casi di asma era aumentata in misura pari al 10-22% anche se solo le nonne, e non le madri, avevano fumato durante la gravidanza.

I ricercatori hanno ipotizzato varie possibili cause, tra cui delle possibili alterazioni genetiche, alle quali potrebbero essere attribuiti i risultati in questione, senza peraltro arrivare a conclusioni abbastanza sicure.

Sono ora in programma altre ricerche tra cui un nuovo studio, sempre in Svezia, per ricercare l’effetto prodotto sul rischio d’asma dei nipotini di nonne che fumavano mentre portavano in grembo non le madri, ma i padri di questi nipotini.

Pertanto, nonostante il numero ridotto di studi sull’argomento, siamo in presenza di uno stimolo in più per indurci a smettere di fumare.

Sembrerebbe infatti che fumando mettiamo rischio, non solo la buona salute nostra e (con il fumo passivo) dei conviventi, ma anche quella dei figli, pur se non ancora concepiti, e dei nipoti!

L’importanza del movimento fisico in particolare per gli anziani

Con l’avvicinarsi dell’inverno si tende in genere a fare meno movimento fisico e a restare più a lungo in ambienti chiusi.

Ciò vale per i giovani ma anche e in misura maggiore per gli anziani che temono oltretutto, uscendo nella fredda aria aperta, di esporsi maggiormente al rischio di raffreddori e influenze e quindi non raramente trascorrono gran parte della giornata seduti in casa.

Uno studio recentemente pubblicato sull’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, condotto per 4 anni da ricercatori dell’Università di Sydney in Australia su oltre 200.000 persone, ha osservato che gli anziani trascorrono seduti in media il 65-80 % del loro tempo di veglia, arrivando alla conclusione che se invece stessero seduti ogni giorno anche solo un’ora in meno sostituendolo con il camminare, allora sarebbero in grado di diminuire la loro probabilità di morte precoce in una misura pari al 12-14 %.

Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie (CDC), gli adulti avrebbero bisogno ogni giorno di almeno 150 minuti di attività fisica, pur se moderata.

“I risultati mostrano che l’inattività è un fattore dannoso per la salute, in misura ancora maggiore di quanto inizialmente si ritenesse”, ha osservato il leader dello studio, aggiungendo che siamo in una situazione in cui, oltre alle ore passate seduti dietro una scrivania, si trascorre una media di 2-3 ore al giorno seduti a guardare la TV.

Perciò ha invitato i Governi a fare la loro parte, creando un ambiente più favorevole per l’attività fisica con la costruzione di un maggior numero di piste ciclabili, con parchi meglio collegati e più sicuri, e con trasporti pubblici di qualità migliore.

Ovviamente come al solito, i ricercatori non hanno osservato le differenze nel modo di respirare quando si sta seduti e fisicamente inattivi, e quando ci si muove

Come infatti i lettori sanno, quando ci si muove l’organismo produce più energia e quindi, come “sottoprodotto” anche più CO2.

E se la maggiore quantità di CO2 prodotta, anziché essere subito dissipata con un eccesso di respirazione, viene mantenuta in circolo nella giusta quantità, i buoni risultati di salute osservati in coloro che si muovono abbastanza sarebbero probabilmente ancora più favorevoli.

Qualità dell’aria in casa

A seguito della notizia che ho sopra riportato, non posso tuttavia non osservare che anche in presenza di un maggior numero di parchi e piste ciclabili, la qualità dell’aria che si respira soprattutto nelle grandi città è ormai tale da far passare la voglia di passeggiare

Il colpo finale è venuto dalla recente notizia quanto alla tossicità dei fumi di scarico rilasciati dai veicoli diesel della Volkswagen!

Anche per questo molti preferiscono fare movimento in palestra o in casa.

Tuttavia, anche per quanto riguarda l’atmosfera in casa c’è poco da stare allegri. In base ad alcune ricerche sembrerebbe che l’aria all’interno delle case sia persino peggiore di quella all’esterno.

Se infatti possiamo fare ben poco per migliorare la qualità dell’aria all’esterno, per quella all’interno delle nostre case possiamo fare un pochino di più.

A questo proposito riporto anche quanto letto in un recente editoriale pubblicato sul Canadian Medical Association Journal (CMAJ).

In questo editoriale i dottori Ken Flegel a James Martin, medici in Canada presso l’ospedale universitario di Montreal, mettono in rilevo che “i profumi sintetici possono essere dannosi per la salute e dovrebbero in particolare essere tenuti lontani in particolare dalle persone più vulnerabili, che si trovano nelle stanze degli ospedali”, e citano delle ricerche dalla quali risulterebbe il peggioramento dei sintomi nei pazienti asmatici causato da questi profumi sintetici, arrivando alla conclusione che si dovrebbe vietare al personale sanitario di impiegare profumi sintentici all’interno degli ospedali.

Sembrerebbe pertanto preferibile, anche se questo nesso tra aggravamento di problemi respiratori e profumi artificiali non risulta ancora del tutto provato, utilizzare per profumarsi dei prodotti naturali.
Ne possiamo trovare di numerose tipologie, e anche molto buoni!

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

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