Notizie Salutari dicembre 2014
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Notizie Salutari dicembre 2014

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In questa stagione in cui si moltiplica la ricorrenza di sindromi influenzali è più importante che mai mangiare in modo sano.

Segnalo qui alcuni rimedi, o meglio alcuni cibi, che rinforzano le difese immunitarie e che dovrebbero trovarsi spesso sulla nostra tavola:

  • Broccoli e cavolfiori, per il loro contenuto in zinco, zolfo e selenio, e altri elementi che sostengono il nostro benessere generale e potenziano il sistema immunitario;
  • Tè verde; contiene epigallocatechingallato e L-teanina, anch’essi preziosi per il sistema immunitario e per la salute in generale;
  • Yogurt e kefir per il loro contenuto in probiotici. Chi è intollerante al lattosio potrebbe, in questo periodo, assumere integratori contenenti probiotici;
  • Alcuni funghi che da secoli svolgono un ruolo nella medicina cinese, come i funghi shiitake e maitake, che hanno un elevato contenuto in beta-glucani, preziosi per il sistema immunitario e la digestione;
  • Semi di zucca, per il loro contenuto in zinco, minerale particolarmente importante per prevenire influenza e raffreddori.

Un’alimentazione ricca di questi cibi potrebbe anche consentire (entro certi limiti) di far fronte senza effetti negativi agli eccessi alimentari dei banchetti festivi delle prossime settimane!

Autismo e broccoli

L’autismo è purtroppo una malattia la cui frequenza è aumentata negli ultimi decenni a un ritmo vertiginoso, persino molto superiore a quello dell’asma (il che è tutto dire)

Sono state prese in considerazione varie possibili cause di questo aumento, tra cui quelle connesse all’assimilazione di sostanze tossiche.

Sono poi da considerare vari altri possibili fattori, connessi al cibo, in cui i moderni metodi agricoli hanno provocato un depauperamento di elementi nutritivi essenziali e delle modifiche alle quali il nostro organismo non è abituato (così ad es. i cereali coltivati al giorno d’oggi contengono molto più glutine di quelli dei tempi dei nostri nonni, e l’intolleranza al glutine è presente in molti bambini autistici).

Un elemento nutritivo contenuto appunto in abbondanza nei sopracitati broccoli, e cioè il sulforafano, a quanto emerso in un recentissimo trial in doppio cieco condotto da ricercatori della prestigiosa Università John Hopkins, presso il Massachussets General Hospital for Children, sembrerebbe portare a miglioramenti considerevoli nella sintomatologia di bambini autistici. (ved. http://www.medicalnewstoday.com/articles/283869.php )

Lo studio ha ricevuto una notevole risonanza sulla stampa inglese, (vedi ad es. questo articolo (http://www.nhs.uk/news/2014/10October/Pages/Broccoli-could-hold-the-key-for-treating-autism.aspx) “I broccoli potrebbero offire la chiave per trattare l’autismo”.

Ovviamente nei vari articoli viene messo in rilievo che lo studio è stato condotto su gruppi limitati di soggetti e che “occorrono ulteriori studi”.

Inoltre si mette in rilievo che, dato che i broccoli non sono proprio il cibo che i bambini mangiano più volentieri, sarebbe difficile farne loro mangiare una quantità tale da ottenere gli effetti positivi in questione.

L’articolo mette quindi in rilievo che una ditta farmaceutica sta già preparando, a seguito dello studio, un integratore contenente dosi elevate di sulforafano.

Zinco e raffreddore

Il comune raffreddore è anche causato, come indicato appunto dal denominativo (e il linguaggio è frutto di una saggezza popolare sviluppatasi nei secoli) innanzitutto dal freddo (sbalzi improvvisi di temperatura, raffreddamento in particolare dei piedi ecc.) ma vi sono coinvolti oltre 300 virus di tipo diverso.

E’ quindi impossibile sviluppare una singola vaccinazione efficace contro tutti i virus responsabili.

Un vecchio detto popolare dice che “un raffreddore non trattato dura sette giorni, e uno trattato dura una settimana!”

Occorre tuttavia fare attenzione, in particolare nelle persone più vulnerabili, a che dal raffreddore non si sviluppino poi malattie più preoccupanti delle vie respiratorie.

Vi sono numerosi rimedi di medicina naturale in grado di accelerare e attenuare il decorso del raffreddore.

Tra questi mi sembra interessante un recente articolo pubblicato sul periodico ufficiale dell’associazione medica americana (Das RR, Singh M. Oral zinc for the common cold. JAMA. 2014; 311:1440-1) in cui si mette in rilievo il ruolo favorevole dello zinco contro il raffreddore.

In realtà questo effetto era emerso già quasi 30 anni fa, (ved. J Antimicrob Chemother 1987:20: 893) quando in uno studio randomizzato in doppio cieco, si era constatato che facendo sciogliere in bocca pasticche a baso di zinco gluconato ogni due ore, si era ottenuta una notevole riduzione delle durata dei sintomi del raffreddore.

Nel gruppo che assumeva lo zinco i sintomi del raffreddore erano durati in media 4,4 giorni, mentre nel gruppo placebo erano durati 7,6 giorni. Lo stesso risultato era stato ottenuto anche in vari studi successivi, in cui si dimostrava che lo zinco, sciolto lentamente in bocca, a quanto pare aiutava a inattivare i virus del raffreddore che si moltiplicano nella gola.

Concludo tuttavia con la consueta raccomandazione, e cioè di consultare preventivamente il proprio medico: infatti lo zinco contenuto negli alimenti (ad es. nei semi di zucca) non ha controindicazioni, mentre quello assunto in forma isolata e in quantità elevate, che non si trovano in natura nei cibi, è in realtà anch’esso un farmaco, anche se “naturale” e in alcuni può avere controindicazioni (l’eccesso di zinco contrasta ad es. l’assorbimento del rame, il che in alcuni casi può essere un bene ma in altri casi un male).

Aria di montagna

Durante l’inverno molti colgono ogni possibile occasione per recarsi in montagna, sia per sciare che per godersi lo spettacolo delle cime innevate, sia semplicemente per respirare la buona aria di montagna.

E’ noto e risaputo (anche se vi sono divergenze d’opinione quanto alle cause) che le popolazioni che vivono in alta montagna sono in genere più sane e longeve.

E’ comunque ben noto e assodato che, per delle leggi fisiche (differenze di pressione) la bassa pressione atmosferica che vi è in alta montagna fa sì che con ogni respiro affluisca meno aria (e quindi meno ossigeno) nei polmoni.

Ciò confema ancora di più (anche se in realtà non ve ne sarebbe bisogno) quanto avesse ragione Buteyko nell’insistere sul fatto che per una buon ossigenazione dell’organismo il fattore importante non è la quantità di ossigeno che entra nei polmoni ma quella che dai polmoni arriva alle cellule.

Comunque, se ai benefici effetti dell’aria di montagna (indubbiamente meno inquinata e con meno fattori allergizzanti rispetto a quella delle città), si aggiungono i benefici di una “buona respirazione” con gli esercizi Buteyko, il cui scopo è appunto quello di abituarsi a respirare in modo da far giungere più ossigeno alle cellule, i benefici del soggiorno in montagna non possono che essere moltiplicati.

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

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