Ettore di Troia
Circa 850 anni prima della nascita di Cristo fu Omero ad usare per la prima volta il termine asma (in greco: astma), descrivendo la sensazione di soffocamento provocate dall’ostruzione delle vie respiratorie che affliggeva Ettore:
…nella pianura vede Ettore disteso; intorno a lui sono fermi i suoi uomini; egli è preda di un atroce soffocamento, perde conoscenza, sputa sangue…
Iliade, XV Canto
Seneca
Seneca, il celebre filosofo latino (4-65 d.C.) descrive così la malattia di cui soffriva:
[…] un attacco brevissimo e simile a una tempesta. Finisce per lo più nel giro di un ora: e chi mai potrebbe resistere di più senza respirare? […] Se mi compiacessi di questa tregua come di una guarigione sarei ridicolo, come un imputato che pensasse di avere vinto solamente perché è riuscito a far rinviare il processo […] Poi poco a poco quella difficoltà di respiro, che ormai cominciava ad essere affanno, venne a intervalli maggiori e si arrestò, ma ha lasciato uno strascico e pur essendo finito l’attacco, la respirazione non è tornata nella normalità, sento che è come rallentata e ostacolata. Sia come sia: purché l’affanno non provenga dall’animaDiscorso sulla morte
Saladino II
Il sultano Saladino II, figlio del Grande Saladino che aveva conquistato buona parte del Mediterraneo, si faceva curare l’asma da Maimonide, uno dei più importanti medici dell’epoca.
Questi notò che il giovane soffriva ad Alessandria e stava molto meglio al Cairo, dove il clima è più secco; e siccome portava i capelli corti e non indossava mai il turbante ricondusse al “temperamento caldo” di Saladino II la causa dell’asma. Scrisse così un “trattato sull’asma” dove ammetteva di non avere cure miracolose, ma solo consigli da eseguire scrupolosamente per avere un discreto sollievo.
Bernadette di Lourdes
Santa Bernadette Soubirous, figlia di un mugnaio e protagonista dell’apparizione della Madonna a Lourdes, soffriva di asma fin da piccola
Sicuramente l’aria del mulino dove era nata e viveva non giovava alla sua salute. Nel 1858, a 14 anni, dopo avere raccontato dell’apparizione, fu sottoposta a numerosissime visite mediche che evidenziarono soltanto l’asma. E portò con se, per tutta la vita in convento, questa malattia.
Eleonora Duse
Eleonora Duse era irrimediabilmente malata di tubercolosi e a peggiorare le cose, più tardi, si era aggiunta anche una violentissima forma d’asma.
Di questa difficile situazione ne parla uno fra i dottori più fidati della Duse. Il giovane medico bolognese Gino Ravà che, in una lunga lettera, racconta anche un piccolo aneddoto legato alla vita dell’attrice:
Vado e la trovo in uno stato pietoso. Asma, espettorazione purulenta abbondantissima, depressione nervosa tale da non lasciarle azzardare a viaggiare da sola. La convinco facilmente a partire con me. Bisognava rimetterla in forze fisiche e morali; aveva necessità di un luogo tranquillo e pieno di conforto: pensai di condurla al lago di Dobbiaco ove era un albergo adatto. Ricordo sempre il nostro arrivo col treno a Dobbiaco e l’attesa lunga e per la Duse penosissima, cui fummo obbligati per ottenere una vettura che ci conducesse al lago, distante tre chilometri.
Ernesto “Che” Guevara
L’asma che l’affliggeva fin dalla nascita, spinse la sua famiglia a trasferirsi ad Alta Vista, famosa località argentina dal clima mite
Studiò pertanto medicina a Buenos Aires, lavorando come volontario presso l’istituto di allergologia e laureandosi con una tesi sulle allergie. A causa delle avverse condizioni in cui il suo ruolo di guerrigliero lo costringeva a vivere e della sua passione per i sigari, la sua asma si aggravò notevolmente negli anni.
Fryderyk Chopin
Anche il famoso compositore, che già a sette anni era in grado di comporre e pubblicare musica, era malato di tubercolosi polmonare ma anche vittima delle insidie dell’asma che a ventiquattro anni dava i primi segni della sua comparsa: “Chopin assomiglia alla sua musica” si dirà.
È delicato di corpo e di spirito, profondamente triste. A un certo punto della vita, la tisi e l’asma, unite al pressante mal di testa, le bronchiti e tutta la processione dei mali abituali, si aggravarono così penosamente da condurlo, a un tratto sul precipizio delle allucinazioni uditive: gli sembrava di sentire l’eco delle campane della chiesa “che suonano a morte per il suo funerale”. Fu in queste condizioni che compose la stupenda sonata in Si BeMolle di cui fa parte la Marcia Funebre.
Superata la crisi, continuava a tossire. L’aria gli mancava all’improvviso, l’asma lo strozzava. Eppure, contro il consiglio dei medici, Chopin non rinunciò a dare dei concerti.
Giacomo Leopardi
Anche lui negli ultimi anni di vita, già logorato da diversi mali, aveva fatto la spiacevole conoscenza di “quell’atroce divinità” chiamata asma.
“Sono stato colpito per la prima volta – scrive il poeta – da un vero e legittimo attacco d’asma che mi ha impedito di camminare, di giacere, e di dormire“.
È difficile dire quanto l’asma abbia influenzato la produzione letteraria di Leopardi. Ma di certo la lunga schiera di malattie da cui era afflitto contribuì ad una visione pesantemente negativa dell’esistenza. E ancora, negli ultimi anni, la comparsa di un’asma insopportabile che Leopardi considerava “nervosa” ma che era, probabilmente, di origine cardiaca, danno il quadro di una vita infernale.
Raymond Queneau
Queneau soffriva di asma allergica ai pollini di graminacee e ciò e stato fonte di ispirazione per le sue opere
(1903-1976) Scrittore francese noto in tutto il mondo per i suoi libri ricchi di umorismo e giochi di parole: “Zazie nel metro” ed “Esercizi di stile”. I personaggi dei suoi romanzi hanno nomi legati alle gramiancee: Agrostis (un tipo di graminacee), Gramigni, Miss Weed, il giardiniere Graminicide e perfino il Santo protettore: San Fieno. I protagonisti sono asmatici e nei racconti vengono descritte con grande realismo le loro crisi asmatiche.
Marcel Proust
L’autore de “La ricerca del tempo perduto” manifestò l’asma da pollini già a 9 anni.
Col passare del tempo i suoi bronchi divennero iper-reattivi e manifestavano l’asma anche in seguito ad inalazione di sostanze a cui non era allergico: aveva paura della polvere, del freddo, degli odori forti. Si racconta che tenesse il fuoco acceso anche d’estate e che passasse le sue giornate a letto in una camera priva di spifferi. Una volta gettò dalla finestra i fiori profumati che un’ammiratrice americana gli mandò e si rifiutava di ricevere gli amici che indossavano profumi troppo forti. La malattia ha influenzato tutta la sua opera soprattutto per una particolare attenzione ai sensi: freddo, rumori, odori.
Ludwyg Van Beethoven
Il grande musicista annoverava tra le sue innumerevoli malattie (molte delle quali di possibile natura nervosa) anche l’asma.
Del resto il primo attacco d’asma – una grave forma febbrile – gli sconquassò il petto a sedici anni, subito dopo la morte della madre. Così egli stesso scriveva:
Dal mio ritorno a Bonn ho goduto poche ore serene. Tutto questo tempo sono stato afflitto dall’asma; temo anzi, che sia il principio della tisi.
A questa si è aggiunta la malinconia che per me è una sofferenza grave quasi quanto la malattia stessa
L’asma di Beethoven si presentava, sin dall’inizio, allacciata ai disturbi emotivi. L’asma si manifestava, nel suo caso, soltanto in coincidenza di un particolare stato d’ansia.