Notizie Salutari dicembre 2013

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

Il metodo Buteyko è ora ufficialmente raccomandato anche in Germania

Durante la mia recente visita in Germania, (dove la collega Dr. Silvia Smolka sta da molti anni praticando e diffondendo il metodo Buteyko www.atemweite.de) ho appreso la buona notizia che ora anche in Germania è sempre più riconosciuta l’efficacia di questo metodo.

Dopo i precedenti riconoscimenti in altri paesi e dopo che in Gran Bretagna nel 2008, il metodo Buteyko era stato definito dalla Società Toracica Britannica come “il metodo di medicina complementare più efficace per l’asma”, ora anche in Germania, dopo che nelle linee guida “ufficiali” per il trattamento dell’asma il metodo Buteyko veniva in precedenza definito come “non sufficientemente provato”, nell’ultima versione di queste linee guida, formulata dalla Camera Federale dei Medici, il Metodo Buteyko viene definito come “l’unico metodo fisioterapeutico respiratorio per il quale è stata provata l’utilità per la riduzione dei sintomi e l’uso di broncodilatatori in numerosi studi”.

Vengono poi menzionati questi studi (ed ovviamente sono menzionati solo gli studi in lingua inglese), continuando ad ignorare le decine di studi in lingua russa pubblicati 50 anni fa!

Comunque, finalmente anche la Germania, paese da sempre all’avanguardia nel campo della medicina alternativa, ha preso in considerazione e riconosciuto l’efficacia del metodo Buteyko.

La CO2 per liberare il naso chiuso

Con il freddo di questi giorni molti si trovano alle prese con raffreddore e nasi chiusi, e respirano dalla bocca (il che peggiora la situazione ritardando la guarigione dal raffreddore).

In molti casi, quando mi è capitato di insegnare il metodo Buteyko a pazienti raffreddati, ho fatto loro constatare l’effetto immediato di liberazione/apertura delle narici che spesso è possibile ottenere con un breve esercizio Buteyko (perchè come i lettori di questo Notiziario già sanno, gli esercizi Buteyko sono diretti a far aumentare, riportandola a livelli fisiologici, la quantità di CO2 nell’organismo).

Ovviamente l’effetto di apertura del naso ottenibile con un breve esercizio dura poco ed i problemi causati dal raffreddore riprendono finché dura il raffreddore non passa. Non è infatti sufficiente un esercizio di un minuto per superare il raffreddore ed i problemi di muco, ma con una paziente opera di riaddestramento respiratorio l’organismo diventa più sano e resistente anche verso futuri raffreddori.

A questo proposito mi è capitato ora sotto gli occhi uno studio di alcuni anni fa: “Casale TB, Romero FA, Spierings EL.: Intranasal noninhaled carbon dioxide for the symptomatic treatment of seasonal allergic rhinitis . J Allergy Clin Immunol. 2008 Jan;121(1):105-9. Epub 2007 Oct 29”.

In questo studio in doppio cieco alcuni ricercatori americani hanno preso in esame due gruppi di allergici con problemi di naso chiuso: ad uno dei due gruppi è stato insufflata CO2 in entrambe le narici, mentre al gruppo placebo è stata somministrata solo aria normale.

Già 10 minuti dopo il 50% dei pazienti ai quali era stata somministrata la CO2 aveva il naso più libero e starnutiva di meno, mentre nel gruppo placebo la percentuale è stata del 27,6%

CO2 introdotta dall’esterno

Lo studio sopra riportato mi porta a parlare di una domanda che i lettori del mio libro ed i miei pazienti mi fanno spesso in tono incredulo, e cioè:
“ma dottoressa, se l’anidride carbonica (CO2) fa davvero bene allora perché non inalarne un po’ invece di stare a fare un riaddestramento respiratorio?”

Siamo infatti tutti abituati, per risolvere i problemi di salute, a prendere qualche pasticca (farmaceutica, omeopatica o fitoterapica che sia), e preferiamo, anche presi dai mille impegni quotidiani, fare iniezioni ed al limite a sottoporci anche a qualche piccola procedura chirurgica, piuttosto che intraprendere un paziente, costante, programma di esercizi.

La mia risposta è che la CO2 somministrata dall’esterno può aiutarci, come si è visto nel caso soprariportato (e come è ben noto in procedure mediche d’emergenza, in cui l’effetto salvavita della CO2 è spesso applicato), a risolvere un problema momentaneo.
Ma poi, se continuassimo ad inalare CO2 da bombolette, l’effetto sarebbe nullo, poiché il livello di CO2 nel nostro organismo aumenterebbe ma questo “supplemento” di CO2 verrebbe espulso in pochi minuti, tramite un aumento dell’iperventilazione da chi ha un riflesso respiratorio automatico che scatta ben prima che la presenza di CO2 nell’organismo abbia raggiunto i livelli fisiologici ottimali.

Occorre quindi, appunto, una paziente opera di riaddestramento per riabituare il centro respiratorio a trattenere dei livelli fisiologici adeguati di CO2.

I benefici dell’aria di montagna

Si avvicinano le vacanze di Natale che molti, nonostante la crisi, magari cercheranno di trascorrere in montagna per sciare e godersi il bellissimo paesaggio delle montagne imbiancate.

Sono tra l’altro ben noti gli effetti benefici per la salute dell’aria di montagna. Le persone che abitano ad altitudini elevate sono in genere più resistenti alle malattie e vivono più a lungo rispetto agli abitanti delle pianura.

Gli effetti benefici sono dovuti indubbiamente al fatto che l’aria di montanga è più pulita ed in montagna in genere si fa più movimento e si vive in un ambiente più naturale. Un ruolo importante sembra tuttavia da attribuire, come non pochi scienziati osservano, anche alla diminuzione della saturazione dell’ ossigeno nel sangue causata dall’altitudine.

I meccanismi benefici messi in moto da questi fattori sono complessi.

Vorrei tuttavia a questo proposito ricordare che una delle medicine prescritte per la “malattia dell’altitudine” (e cioè per i problemi che si possono verificare quando si sale ad altitudini elevate, o perché si è saliti troppo in fretta, o perché sono già presenti problemi cardiaci, respiratori od altro) è l’acetazolamide, un inibitore dell’anidrasi carbonica in genere prescritto anche a chi ha problemi di glaucoma.

L’effetto degli inibitori dell’anidrasi carbonica è anche quello di trattenere più CO2 nell’organismo, e questo aumento di CO2, facendo sì che l’O2 nel sangue, pur diminuito, raggiunga i tessuti in quantità maggiore, aiuta a risolvere il problema.

La CO2 e la vista

In passate edizioni di questo Notiziario, e nel mio sito dedicato all’agopuntura per le malattie degli occhi con il metodo Boel (www.agopunturaocchi.it), ho riportato quanto osservato dall’oftalmologo americano W. E. Sponsel, direttore della ricerca nel dipartimento d'oftalmologia dell' UTHSC, il quale sostiene che “ ... impiegando determinate combinazioni di elementi chimici chiamati "inibitori dell'anidrasi carbonica" (IAC) somministrati sotto forma di gocce oculari, l'occhio viene "indotto con l'astuzia (tricked) a mantenere la sua riserva di anidride carbonica, e riferisce che 60 su 65 pazienti hanno ottenuto un miglioramento drammatico della loro vista, sia che soffrissero di degenerazione maculare che di glaucoma."

E' quindi un professore universitario direttore di ricerca ad attribuire il miglioramento della vista all'effetto vasodilatatore della CO2 (pur noto in campo medico da quasi cent'anni!) e al fatto che l'occhio sia "indotto con l'astuzia", dagli inibitori dell'anidrasi carbonica, a mantenere la sua riserva di CO2.

A questo proposito, come scrivo nella pagina riportata: “il dr. Sponsel ha cercato un preparato farmaceutico (gocce a base di inibitori dell'anidrasi carbonica) che "induce con l'astuzia" l'occhio a trattenere la sua riserva di CO2, mentre in realtà, per evitare che la CO2 dell'occhio sia "soffiata via" durante l'iperventilazione la cosa importante da fare sarebbe appunto cambiare la respirazione, e quindi smettere di iperventilare e di "soffiare via" la CO2 e, se necessario per rinforzare l'effetto, prendere contemporaneamente anche le medicine in questione.”

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

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