Notizie Salutari gennaio 2016

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

Apparecchi respiratori

Vi sono delle apparecchiature che possono potenziare il riaddestramento del respiro e che sarebbe utile impiegare insieme agli gli esercizi Buteyko?

Siamo ormai tutti abituati, quando si presentano problemi di salute, a ricorrere a compresse (farmaceutiche, omeopatiche o fitoterapiche che siano), ad iniezioni, ad aggeggi ed apparecchi vari, o persino a ricorrere a lievi interventi chirurgici, piuttosto che impegnarci ad eseguire con costanza e perseveranza un programma di esercizi, come ad esempio gli esercizi di respiro del Metodo Buteyko.

E molti, anche quando si convincono che sia bene effettuare con costanza un programma di esercizi, vorrebbero perlomeno poter ricorrere anche a qualche apparecchiatura che acceleri il progresso nel modo di respirare.

Purtroppo è scarsa l’utilità di un “parere generale”, poiché il modo di respirare di ognuno dovrebbe essere valutato individualmente.

Regna inoltre molta confusione su questi “apparecchi che migliorano la respirazione”.

E’ pertanto importante capirne i meccanismi d’azione, che sono molto vari dal punto di vista anatomico, fisiologico e biochimico.

Vediamo qui allora quelli di uso più comune, che si possono categorizzare in vari gruppi, i cui meccanismi d’azione sono molto diversi l’uno dall’altro.

A) Apparecchi di fisioterapia: sicuramente i più conosciuti, sono diretti a migliorare la capacità e funzionalità polmonare e quindi ad aumentare la quantità di aria/ossigeno che è possibile introdurre nei polmoni.

Sono senz’altro utili/necessari per chi soffre di determinate malattie, ma sono davvero utili in chi vuole “solamente” migliorare le proprie abitudini respiratorie o le prestazioni atletiche?

Il pericolo in questi casi è che inducano a respirare in eccesso, e quindi ad automatizzare uno stato di iperventilazione, (inducendo, anche quando si è comodamente seduti in poltrona, a respirare come se ci si preparasse a combattere un nemico armato di clava!)

Occorre pertanto fare attenzione a non far diminuire troppo il livello ottimale di anidride carbonica, e abbinare quindi l’eventuale uso di questi apparecchi con un programma di esercizi Buteyko eseguito con cura.

B) Apparecchi che migliorano l’assimilazione dell’ossigeno da parte dei tessuti: come i lettori di questo Notiziario già sanno il problema con il quale ci si trova alle prese non è in genere quello di far entrare una buona quantità di ossigeno (O2) nei polmoni (salvo i casi di malattie specifiche l’aria che entra nei polmoni contiene O2 in quantità più che sufficiente).

Gli ostacoli si trovano invece dapprima nel passaggio dell’O2 dai polmoni al sangue e poi, nella grande maggioranza dei casi, dal sangue alle cellule dei vari tessuti.

Si tratta di problematiche complesse, che non è ovviamente possibile riassumere in poche pagine ma, per far sì che le cellule siano in grado di assimilare maggiori quantità di ossigeno nulla può in genere sostituire il ruolo fondamentale svolto dalla presenza nell’organismo nella giusta quantità, della “famigerata” anidride carbonica (CO2).

Vi sono peraltro vari apparecchi sul mercato, dall’Airnergy alla Bol d’Air, e vari integratori alimentari che possono agevolare/incrementare questo passaggio cruciale dell’O2 dal sangue alle cellule dei vari tessuti.

Quando invece l’ostacolo si presenta già nella fase precedente del percorso (con un insufficiente passaggio dell’O2 dai polmoni al sangue), è possibile ricorrere a tecniche mediche come l’ossigeno-ozono-terapia, ed anche l’Airnergy può dare un buon supporto (ved. sull’argomento quanto scritto a questo link).

In linea generale questi apparecchi si possono abbinare bene ad un riaddestramento respiratorio, che possono potenziarlo.

In caso di patologie il medico potrà consigliare l’apparecchio più indicato.

Ai soggetti che non hanno patologie ma vogliono ottimizzare la loro ossigenazione tendenzialmente consiglio più che degli apparecchi, gli integratori più adatti al singolo caso.

Anche gli integratori possono peraltro potenziare, ma non certo sostituire, il programma di esercizi Buteyko, diretto appunto a consentire, con l’eliminazione dell’iperventilazione, un passaggio dell’O2 dal sangue ai tessuti in quantità ottimale.

C) Apparecchi diretti a ridurre l’ipocapnia (carenza di CO2) causata dall’iperventilazione (respirazione eccessiva in relazione alle esigenze del momento).

Questi apparecchi, (Frolov, Breathslim, Training Mask, Relax ed altri), consentono di respirare aria contenente una maggiore concentrazione di CO2. A questo proposito, una domanda che sorge spontanea è: “ma se la presenza di una sufficiente quantità di CO2 è così importante, allora perché non respirare per un po’ dell’aria contenente una maggiore concentrazione di CO2, anziché sforzarsi di modificare il proprio modo di respirare?”

La risposta è che somministrare aria contenente una buona concentrazione di CO2 è una tecnica di provata efficacia in medicina d’emergenza per numerosi problemi (crisi epilettiche e altro); si tratta in sostanza di una versione avanzata della tecnica “rudimentale” e superata impiegata dai nostri bisnonni che, per contrastare ad esempio degli attacchi di panico consigliavano di respirare per un po’ dentro un sacchetto di carta.

In questo modo, inalando nuovamente l’aria ricca di CO2 espirata dentro il sacchetto si cerca di mettere rimedio alla crisi acuta d’ipocapnia (carenza di CO2).

Queste tecniche ed apparecchi tuttavia, pur temporaneamente utili in alcune tipologie di casi urgenti, non risolvono il problema di fondo e possono essere controproducenti.

Occorre infatti modificare, con pazienza e costanza, il nostro riflesso respiratorio inconscio ed automatico, in modo da respirare automaticamente sempre “bene” anche quando non ci pensiamo e quando dormiamo.

Se si respira (da sacchetti di carta o apparecchi) aria con una concentrazione di CO2 che non si è abituati a tollerare allora pur potendo a volte risolvere nell’immediato i problemi derivanti dall’accentuata carenza di CO2 si rischia di far diminuire, anziché aumentare, questo livello di tolleranza alla CO2, paradossalmente aggravando il problema dell’iperventilazione leggera ma costante di cui molti soffrono.

Tuttavia “ognuno è diverso” e per alcuni questi apparecchi possono dare un utile supporto agli esercizi del Metodo Buteyko.

Anche se sembrano facili da utilizzare, in realtà non lo sono ed occorre anche qui una modalità d’uso ben studiata ed “individualizzata”, poiché si rischia altrimenti di sforzarsi e di ottenere un effetto contrario a quello desiderato.

Nei soggetti che desiderano utilizzare sia il Metodo Buteyko sia uno di questi apparecchi è necessario pertanto seguire indicazioni ben precise ed individualizzate quanto alla durata e modalità degli esercizi.

Inoltre, anche per questi apparecchi, ancor più che per il Metodo Buteyko, è del tutto sconsigliato un approccio “fai da te” in chi ha già una diagnosi clinica.

Generalmente chi parte con l'utilizzo di uno di questi apparecchi “parte bene” ma poi “lascia perdere”, per il semplice motivo che è legato/vincolato all’apparecchio e non può ad esempio fare qualche esercizio di respiro mentre è in fila alla cassa del supermercato o mentre aspetta l’autobus.

Vi sono tuttavia anche delle persone che psicologicamente sentono di avere bisogno di un qualcosa “che si può afferrare” e per loro il supporto “materiale” costituito da questi apparecchi può accelerare il riaddestramento respiratorio.

L’inquinamento ambientale

La qualità dell'aria peggiora continuamente, in misura esponenziale. L’iperventilazione è a volte provocata dai fattori inquinanti presenti nell’aria che si respira, il che ostacola il ristabilimento di una respirazione ottimale. Che fare?

In vari passati numeri di questo Notiziario (ved. a questa pagina, in cui sono riassunte alcune considerazioni su questa tematica) si è accennato al nesso che vi è tra il nostro modo di respirare e le sostanze tossiche (metalli ed altre) con cui siamo alle prese nel nostro ambiente inquinato.

Si tratta di un argomento sul quale sono necessari aggiornamenti molto frequenti poiché emergono continuamente nuovi elementi in genere purtroppo in senso peggiorativo e sempre maggiori, giustificati allarmi.

Basta pensare a quanto emerso nelle ultime settimane sulle emissioni dai tubi di scappamento di varie autovetture diesel.

Riporto qui quanto scritto nel 2011 su questa problematica: “...Uno degli ostacoli che più frequentemente impediscono il conseguimento di successi significativi con il Metodo Buteyko è appunto uno stato di forte presenza di tossine nell’organismo... In questi casi è pertanto opportuno, prima ancora di iniziare gli esercizi Buteyko, mettere in atto delle misure di terapia chelante/ disintossicante.”

Il modo di respirare è uno dei fattori più importanti per la salute ma oltre al modo di respirare occorre pensare anche a vari altri fattori, tra i quali l’alimentazione sana ed il cercare di evitare alcune delle tossine purtoppo oggi molto diffuse nell’ambiente che ci circonda.

Se, mentre si pensa a rieducare il respiro con Buteyko si beve acqua con arsenico e piombo i risultati che si raggiungeranno non saranno quelli ottimali.

Può sembrare che, parlando di arsenico si voglia fare un esempio “paradossale” ed estremo, ma purtroppo è tutt’altro che raro assumere queste sostanze con l’acqua del rubinetto” .

Dato il continuo peggioramento della situazione è importante ripetere, (a costo di essere monotoni!) alcune considerazioni che spesso sono state espresse nei passati Notiziari. Che fare?

E’ il caso ad esempio vista la “qualità” dell’aria che respiriamo, inizare a girare per strada con le mascherine chirurgiche davanti alla bocca come ormai fanno molti in Cina e Giappone?

Non siamo, spero, ancora arrivati a questo punto!

Si potrebbe pensare che se respiriamo di meno, inalando quindi meno aria, introduciamo dentro di noi una quantità inferiore di tossine.

Occorre tuttavia tenere presente che a volte “l’eccesso di respiro” è causato anche dal tentativo dell’organismo di liberarsi, tramite l’aria espirata, dall’ eccesso di sostanze tossiche con le quali si deve confrontare.

Numerose sostanze tossiche vengono espulse infatti anche con l’aria espirata (e parlando di sostanze tossiche, come i lettori sanno, non mi riferisco certo alla CO2 ma a ben altre sostanze, tra cui soprattutto il mercurio emanato dallle centrali a carbone, ma non solo!)

A volte respiriamo più della quantità giusta e fisiologica di aria anche perché ci stiamo confrontando con sostanze tossiche che l’organismo vuole espellere anche con l’aria espirata.

Ci troviamo quindi di fronte ad una reazione difensiva che tuttavia, analogamente a quanto può accadere per altre reazioni difensive (come ad esempio le infiammazioni se diventano croniche) può causare un circolo vizioso: infatti respirando molto esaliamo bensì una maggior quantità di sostanze tossiche ma tuttavia, con l’eccessiva perdita di CO2, viene compromessa l’ossigenazione dei tessuti, il che stimola l’impulso a respirare ancora di più, peggiorando la carenza di CO2.

In questi casi occorre quindi agire su due fronti contemporaneamente: da una parte bisogna cercare di acquisire buone abitudini respiratorie, diminuendo gradualmente la quantità d’aria (se eccessiva) respirata al minuto, e dall’altra occore cercare comunque di espellere-diminuire, con i vari rimedi propri della terapia chelante, il carico di tossine che con gli anni si è accumulato nel nostro organismo.

Per fortuna negli ultimi anni sia l’opinione pubblica che la classe medica stanno sempre più prendendo atto dei problemi ambientali e delle loro ripercussioni sulla salute, anche grazie ad associazioni attive in questo campo, tra le quali segnalo in particolare l’Assimas (Ass. Medicina, Ambiente e Salute); ved. il sito www.assimas.it dove si trovano notizie di particolare interesse in questo settore.

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

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