Notizie Salutari novembre 2014

Notiziario periodico redatto dalla dott.ssa Fiamma Ferraro per Buteyko-Italia e riprodotto su autorizzazione

Buteyko in India

I benefici che è possibile ottenere imparando a“respirare bene” con il Metodo Buteyko (peraltro provati per l’asma da sperimentazioni cliniche in doppio cieco) sono ormai così evidenti che, nonostante l’assenza di ditte interessate a promuovere e vendere qualunque tipo di prodotti (dai farmaci ai fitoterapici ad apparecchiature varie) la conoscenza di questi benefici si sta ormai finalmente diffondendo in molti paesi.

Così ad es. sul numero del 13 novembre di “The Hindu “ (un importante quotidiano indiano in lingua inglese) si trova un articolo che, dato il diffondersi dell’asma anche in India, ha sollevato notevole risonanza.

Nell’articolo, dal titolo “Nasal breathing a panacea” (La respirazione dal naso, una panacea) il medico indiano Dr. Partha Pratim Bose riferisce sui risultati ottenuti nel suo programma di riabilitazione in cui ha impiegato, come scrive, la BBT –(Buteyko breathing tecnique-tecnica respiratoria Buteyko) tecnica basata, spiega il dottore, “sul principio fisiologico che la maggioranza dei problemi respiratori è causata da un ritmo respiratorio elevato, chiamato iperventilazione".

L’iperventilazione mantiene troppo basso il livello di anidride carbonica nel sangue, portando a disfunzioni nell’equilibrio acidi-basi nel sangue e quindi facendo diminuire il livello di ossigeno nei tessuti.... Il metodo Buteyko riassesta il modello respiratorio per mezzo della costante ripetizione di esercizi diretti a correggere l’iperventilazione.

Il Dr. Partha passa poi a descrivere l’esercizio Buteyko prescritto a una sua paziente asmatica che con questi esercizi è riuscita in 6 mesi a dimezzare il suo uso di farmaci contro l’asma.

Peccato che l’esercizio descritto dal dottore nell’articolo in realtà lasci un po’ a desiderare in base ai criteri “Buteykiani”.

Probabilmente il dottore l’avrà letto su qualche libro o articolo inglese su Buteyko, poiché in India, che io sappia, non vi sono degli istruttori Buteyko esperti e qualificati.

Se il dottore, al quale probabilmente da qualche pubblicazione in inglese è subito apparsa evidente la fondatezza fisiologica e scientifica del metodo Buteyko, avesse cercato di impararne anche la parte pratica, recandosi magari in Australia da istruttori esperti, allora avrebbe potuto insegnare alla paziente degli esercizi che avrebbero probabilmente consentito di ottenere dei risultati ancora migliori, in tempi ancora più brevi!

La qualità dell’acqua

L’importanza del bere, come noto, viene subito dopo quella del respirare e ben prima di quella del mangiare; (si può sopravvivere solo per pochi giorni senza bere).

Quasi più nessuno al giorno d’oggi ha la fortuna di poter bere della fresca e pura acqua sorgiva.

Il problema principale è ormai soprattutto quello di riuscire a trovare un’acqua priva della sostanze dannose che oggi si trovano quasi dappertutto nell’acqua di rubinetto: dall’arsenico e piombo proveninente da vecchie tubature ai residui di pesticidi e medicinali vari, e quasi ogni giorno leggiamo in merito a nuovi allarmi (tallio nella Versilia, amianto dopo il terremoto nell’Emilia Romagna, arsenico nel Lazio, ecc.)

A questo proposito, continuando le mie ricerche sull’argomento, sono rimasta ancora una volta esterrefatta nel vedere il genio di K. Buteyko che, pur dedicando tutta la sua attenzione al respiro, aveva incidentalmente consigliato, senza soffermarsi sull’argomento, di far congelare l’acqua prima di berla (ed avendo vissuto e lavorato per una buona parte della sua vita in Siberia Buteyko aveva indubbiamente una buona esperienza in fatto di ghiaccio! )

Ebbene, questo sommario consiglio di Buteyko riceve ora, dopo mezzo secolo, un’autorevole conferma da uno scienziato considerato tra i più esperti al mondo nel campo della ricerca sull’acqua ed i suoi effetti sulla salute: il Dr. Gerald Pollack, professore di bioingegneria all’Università di Washington, che ha dedicato una vita a questa ricerca, osserva che l’acqua ottenuta dal ghiaccio fuso ha acquisito una struttura diversa, ed ottimale per la salute.

Altre osservazioni molto interessanti sull’acqua si trovano sul sito del prof. Pollack (http://faculty.washington.edu/ghp/research-themes/water-science) e nel suo libro (purtroppo non ancora tradotto in italiano) dal titolo The Fourth Phase of Water: Beyond Solid Liquid, and Vapor (La quarta fase dell’acqua, dopo quella solida, liquida e gassosa).

Vari altri ricercatori, nell’osservare che le popolazioni che vivono sulle vette montagnose hanno una durata media di vita più lunga, ne avevano attribuito la causa al fatto che l’acqua bevuta da queste popolazioni, spesso proveninente da ghiacciai disciolti, contiene determinate sostanze (shilajit ed altre) presenti nelle rocce sottostanti i ghiacciai e penetrate in quest’acqua.

Secondo Buteyko e Pollack invece l’effetto benefico deriverebbe semplicemente dal cambiamento di struttura dell’acqua congelata, struttura che in qualche modo permarrebbe anche dopo lo scongelamento.

Ritorno tuttavia sulla raccomandazione fondamentale di accertarsi per prima cosa del fattore purezza dell’acqua; non credo sia tanto utile far congelare, per ottimizzarne la struttura, dell’acqua contenente arsenico, piombo e simili, e poi berla!

Selenio, mercurio ed Ebola

Dopo aver parlato dell’acqua, un breve acceno anche al cibo che, rispetto all’acqua, date le attuali condizioni di coltivazione/conservazione e trasporto dei viveri, presenta il doppio problema non solo della presenza di tossine varie ma anche della carenza di sostanze vitali, indispensabili per la salute.

Una delle sostanze tossiche più pericolose e diffuse, il mercurio, provoca appunto non solo di per sé una pericolosa intossicazione ma oltretutto anche la carenza di una sostanza che, pur in quantità minime, è assolutamente indispensabile per l’organismo, e cioè il selenio (e quindi si verificano anche i danni causati da questa carenza).

Il selenio ha infatti la proprietà di “legarsi” al mercurio e di portarlo in parte fuori dall’organismo. Quando pertanto il corpo è strapieno di mercurio allora tutto il selenio presente viene utilizzato per una pur parziale disintossicazione dal mercurio, e non ne rimane abbastanza nell’organismo.

Nello scorso Notiziario ho accennato alla tematica di Ebola, ed all’importanza di una buona respirazione anche per mantenere il sistema immunitario in piena forma.

Alla ricerca di ulteriori rimedi (ai quali si spera vivamente di non dover mai ricorrere) mi è capitato tra le mani un libro che avevo studiato in Germania per la mia specializzazione in medicina ortomolecolare, in cui veniva citata una vecchia pubblicazione (alla quale hanno peraltro fatto seguito numerose altre: ved. http://orthomolecular.org/library/jom/1995/articles/1995-v10n0304-p131.shtml in cui viene messo in evidenza un possibile nesso tra Ebola e la forte carenza di selenio nell’alimentazione, presente per vari motivi in molte parti dell’Africa (e a questa carenza aggiungerei l’osservazione che in numerosi territori africani vi è anche una forte presenza di mercurio, causata anche dai rifiuti tossici che i paesi industrializzati spesso scaricano nel terzo mondo).

In queste pubblicazioni si ipotizza che la carenza di selenio avrebbe contribuito a rendere più grave, con emorragie incontenibili, l’infezione dal virus Ebola, nonché a far evolvere in ceppi più pericolosi l’originario ceppo di questo virus.

Occorre ovviamente aggiungere che, per contrastare l’Ebola il selenio andrebbe preso in dosaggi elevati, e quindi solo con la consulenza di un medico esperto in questa tematica (anche gli elementi naturali come il selenio, se vengono assunti nei dosaggi in genere prescritti nella medicina ortomolecolare (superiori a quelli reperibili negli alimenti) esercitano effetti simili ai farmaci e quindi è da evitare il “fai da te”!

Avviso importante:

Tutti i notiziari qui riportati hanno solo scopo informativo e, anche se alla redazione ha partecipato un medico, non intendono in alcun modo dare consigli medici, per i quali sarebbe necessario un esame medico individuale e di persona, con approfonditi accertamenti.

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