12 Mag 2017 - gianni
Ma tutte le tecniche di respiro, funzionano allo stesso modo?
Una delle domande che più frequentemente mi vengono rivolte è: "Ma tutte le altre tecniche di respiro che vengono insegnate, allora non funzionano?"
Per capire dobbiamo cominciare da un punto di partenza.
Quale è l'obiettivo che voglio raggiungere utilizzando queste tecniche?
Se l'obiettivo è migliorare la capacità del mio organismo di ossigenare le cellule in modo ottimale e continuativo, allora la risposta è una sola. Il Metodo di respiro Buteyko è quello che mi serve.
Se gli obiettivi sono altri, allora anche altre tecniche possono essere utili.
Avendone sperimentate parecchie nelle mie ricerche, ho trovato delle cose in comune tra molte di esse.
- 1) Quasi sempre viene proposta l'iperventilazione.
- 2) Tutte le volte alla mia richiesta di spiegazione sui meccanismi di funzionamento, la risposta comune era: "mette in circolo l'energia".
- 3) Alla domanda su cosa fosse l'energia la risposta era generica e mai verificabile.
- 4) Quasi sempre dopo averle applicate hai una percezione di benessere che dura un tempo variabile, a seconda dell'intensità dell'esercizio.
Per parecchi anni non ho trovato risposta a questi quesiti, fino all'incontro con gli studi e le ricerche del dott. Buteyko, uno studio approfondito della fisiologia del respiro, e le mie esperienze dirette, mi hanno portato a formulare queste semplici considerazioni.
- 1) Rarissime sono le tecniche che adottano una modalità respiratoria leggera, ridotta. E comunque sempre prevedono dei bei respiri iperventilanti all'inizio e alla fine dell'esercizio. La quasi totalità sono iperventilanti, alcune in modo estremo.
- 2) Proviamo a cambiare la parola "energia" con la parola "ossigeno". In effetti modificando il respiro modifichiamo l'ossigenazione, e questo provoca una percezione diversa della nostra "energia" che circola.
- 3) La più semplice e comune produzione di energia nel nostro organismo avviene con la demolizione degli zuccheri (per esempio, il glucosio) in presenza dell'ossigeno, indotto dalla respirazione, che dà come prodotti anidride carbonica, acqua e una certa quantità di energia. Non mi sembra difficile come concetto. Eppure in tanti anni non mi è mai stato illustrato da alcun maestro, preferendo sempre parlare di "energia" in modo vago e indefinito, ma sopratutto non verificabile se non con metodi empirici.
- 4) L'iperventilazione crea una condizione di stress organico a causa di un calo della disponibilità di ossigeno a livello cellulare. Quando il respiro si normalizza l'ossigenazione torna ai livelli abituali e l'organismo ritrova la condizione di normalità. La percezione di benessere altro non è che questo ritorno alla normalità dopo una condizione di stress!
Quindi quando parliamo di tecniche respiratorio che favoriscono il benessere, dobbiamo essere attenti a cosa vogliamo intendere come benessere.
Come abbiamo visto, è abbastanza facile indurre una percezione di benessere.
Basta provocare uno stress organico, più o meno intenso, e poi appena l'organismo ritrova il suo equilibrio l'euforia e il benessere ci pervade!
Peccato che questa percezione di benessere sia momentaneo e illusorio.
Infatti la riprova stà nel fatto che per ritrovare quel benessere devo ripetere ogni volta quel particolare esercizio!
Ma la cosa che mi preoccupa di più è:
- provocare continui, seppur tenui, stress al mio organismo, in modo continuativo e reiterato nel tempo, alla fine può avere conseguenze sulla mia condizione generale?
Non sarebbe preferibile adottare metodologie che non prevedono questi stress?
La regola che dovremmo sempre rispettare è che ogni modalità iperventilante protratta nel tempo, indipendentemente dalla sua intensità, provoca reazioni importanti nel nostro organismo, che non sempre si manifestano a breve, ma nel medio/lungo tempo inducono malesseri o malattie a volte anche importanti.